Le cronache dell’estate ripropongono storie di ‘viaggi della speranza’, spesso drammatiche: disperati che affrontano il Mediterraneo alla ricerca di un futuro per se e per le loro famiglie e che non sempre riescono a coronare il loro sogno, che non sempre trovano accoglienza dove arrivano e che, qualche volta, non riescono neppure ad arrivare. Ed è ‘un viaggio della speranza’, meno drammatico e  meno umanamente doloroso, anche quello che i quotidiani tradizionali hanno ormai intrapreso nel mare dell’online: di fronte all’emergere dei nuovi media, digitali e interattivi, e alla contrazione degli introiti pubblicitari, i giornali le provano tutte per sopravvivere. Eccoli, dunque, sbarcare sugli iPad, dispositivi digitali in cui la carta perde la sua magia, e il suo peso, per lasciare il posto a contenuti multimediali e che stimolano la partecipazione del lettore.

Questo è il processo descritto da Elena Valentini in Dalle gazzette all’iPad. Il giornalismo al tempo dei tablet, ultimo dei Libri per la Comunicazione editi da Mondadori Università (240 pagg., 19 euro). L’autrice, docente di Sistemi tecnologici e informazione online al Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, parte dalla storia dei quotidiani cartacei per approfondire la loro evoluzione. La sfida, nelle parole della Valentini, sta nel fare capire al pubblico che pagare l’abbonamento a questa particolare versione di quello che una volta era il quotidiano dà accesso a una vera e propria integrazione informativa, che va oltre l’edizione online gratuita.

Come in tutti i ‘viaggi della speranza’, ci sono successi e ci sono fallimenti. E, infatti, “in principio (non) fu l’iPad”: prima di arrivare a questa piattaforma, sono stati sperimentati molti prototipi, ma solo quello prodotto da Apple è risultato davvero vincente. The Daily è stato il primo quotidiano a capirne e a cercare di sfruttarne il potenziale. La Valentini ne studia il caso in dettaglio, notando come, in queste interpretazioni delle specifiche digitali, le soluzioni multimediali “si contaminano con le logiche televisive, oltre che con quelle tipiche del giornalismo su internet”.

Per quanto riguarda il panorama italiano, l’autrice si concentra su “la Repubblica SERA”, versione serale digitale del quotidiano di Ezio Mauro: un modo innovativo per sfruttare al massimo le opportunità offerte dagli iPad, la sperimentazione “d’un nuovo prodotto per gli approfondimenti”.

Le interviste ai giornalisti inserite nel testo danno un panorama delle perplessità e degli entusiasmi di chi concretamente realizza questi prodotti, cioè degli operatori dell’informazione alle prese con uno snodo tecnologico e generazionale. Emerge con forza un legame con i social network e la necessità di costruire qualcosa di nuovo, che non si sovrapponga alla versione dei giornali su internet e che integri le logiche di condivisione proprie delle reti.

Resta da vedere quanto successo avranno queste idee che appaiono così promettenti; se davvero, e quando, ci troveremo a “sfogliare” le pagine degli iPad, fino, magari, a dimenticare i giornali di carta comprati in edicola al mattino. Solo allora si potrà dire che il ‘viaggio della speranza’ dei quotidiani verso un nuovo approdo dell’informazione, tecnologico e contenutistico, sarà riuscito.

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