L’Iniziativa dei cittadini  europei (Ice), strumento di democrazia partecipativa dell’Unione europea, ha compiuto in questi giorni il primo anno di vita. Nell’occasione il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha organizzato a Bruxelles un evento con rappresentanti delle istituzioni comuni, esperti ed esponenti dei comitati organizzativi di alcune raccolte di firme in corso, tra cui quella che ci sta qui a cuore per il pluralismo dei media, ma anche per l’acqua, per la cittadinanza europea e per la mobilità nell’Ue che sono tutte promosse anche in Italia.

Con l’Ice, introdotta dal Trattato di Lisbona e attiva dall’aprile 2012, i cittadini europei possono chiedere alla Commissione europea di proporre un atto legislativo su questioni per le quali l’Ue è competente a legiferare, raccogliendo almeno un milione di firme in almeno sette stati membri. L’Ice in Italia ha subito riscosso un grande successo.

Già si lavora alla revisione del regolamento nel 2015, per ridurre gli ostacoli incontrati dai comitati nella raccolta delle firme. In marzo, infatti, gli organizzatori di cinque Ice hanno inviato all’Esecutivo comunitario una lettera con proposte per migliorare e soprattutto semplificare le procedure. Le tempistiche ora stabilite e il sistema di certificazione online per la raccolta delle firme rappresentano i principali ostacoli con cui i comitati organizzativi attualmente si scontrano.

Gruppi italiani partecipano, in qualità di promotori, a varie Iniziative: oltre a quella sul pluralismo dei media, quelle sull’acqua, Let me vote, Fraternité 2020, Stop Vivisection, e quella per lo sviluppo sostenibile, lanciata dal  Movimento federalista europeo (Mfe), insieme ad associazioni e sindacati italiani e europei.

Dell’Ice per il pluralismo dei media, ha parlato Tana de Zulueta, portavoce dell’Iniziativa per l’Italia, incontrando in settimana gli studenti del dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma: “Una legislazione più efficace per evitare concentrazioni negli assetti proprietari dei media, una maggior garanzia di controllo sull’indipendenza dei mezzi di informazione, strumenti di definizione dei conflitti di interesse e sistemi di monitoraggio europei che segnalino lo stato di salute del pluralismo informativo dei Paesi dell’Unione: sono i punti principali del nostro progetto”, ha detto la giornalista ed ex deputata. E ha poi spiegato che l’Ice nasce come risposta all’attacco di cui sono vittime la libertà e l’indipendenza dell’informazione nei Paesi europei, a cominciare dall’Ungheria, come risultato della concentrazione del potere mediatico in poche mani e dei pericoli derivanti dalla convergenza digitale dei media.

Sull’argomento, la Commissione europea ha recentemente avviato una parallela consultazione online, finalizzata a raccogliere proposte e suggerimenti per un eventuale futuro iter legislativa, che dovrà essenzialmente muoversi, a norma di Trattati, sul terreno dell’unicità del mercato unico.

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