Sta per esplodere e pochi se ne sono accorti: è la realtà implementata grazie alle tecnologie. Una magia che non solo dovrebbe sorprendere, ma far riflettere sulle nuove possibilità offerte dalla Rete. Fuori e dentro l’azienda il mondo si presenta come “ognipresente”. La metafora del famoso messaggio nella bottiglia buttata in mare affinché raggiunga il destinatario, oggi riporta ad un testo globalmente sospeso nella Rete e nelle banche dati, che letto contemporaneamente da tutti gli utenti della Rete-oceano arriva prima o poi al suo o ai suoi destinatari. Inoltre l’onniscenza si presenta possibile perché grazie al Web noi siamo tutti gentiluomini, secondo la definizione di Molière, “che sanno tutto senza aver mai nulla appreso” (Wikipedia). Alle strategie di pianificazione a lungo termine si sta sostituendo una specie di stato di allerta professionale permanente che definirei di “opportunismo illuminato”. Anche in termini di rapporti umani le cose cambiano: un’ infinità di piccoli gruppi di ipertinenza relazionale a lunghezza variabile si formano in modo naturale attraverso la Rete, in maniera quasi “omeopatica”. Così funziona l’economia definita della “lunga coda”. Facebook per esempio, ha perso la sua verginità. Da luogo di ritrovo, per scolari e amici, diventa un mezzo per comunicazione d’impresa, un modo per fare pubblicità e sostenere marchi attraverso relazioni interpersonali. Allora perché spendere miliardi in TV quando si può contare sulla User-Generated Advertising? (Pubblicità autogenerata dagli utenti e codici a barre interattivi). È fondamentale quindi capire come Twitter, YouTube e gli altri mezzi di comunicazione cosiddetta “sociale” modificano i concetti di reputazione e di relazioni d’affari nel mondo digitale. L’anima stessa delle cose sta cambiando dal suo interno: talento, fama, progressi e cambiamenti professionali, in poche parole il successo, dipendono sempre di più dai rapporti e dagli atteggiamenti di cooperazione e di apertura, sia tra gli individui che dentro e tra le società. Nuovi concetti come l’intelligenza connettiva e la conoscenza distribuita appaiono nelle ricerche aziendali promosse in Rete, parallelamente emergono nuove professionalità. Arriva l’ “Information Broker” che invece di mantenere segrete molte informazioni – pratica ormai obsoleta di difesa del territorio – le distribuisce generosamente (Linux, Goldcorp, Creative Commons). Arriva il “Natural Born Connector” colui il quale innanzitutto promuove il suo interlocutore/trice (David Plouffe, manager della incredibile campagna elettorale di Barack Obama). Infine ecco chi immagina e costruisce il futuro “Imagination Chief Officer”, il suo compito è cercare nuove opportunità nella Rete sia umane che tecnologiche (Steve Jobs, ovviamente). A questo punto ci vorrebbe un nuovo La Bruyere per una descrizione dei caratteri “della società della Rete”. Non pretendo di esserlo io, non ho la sua immaginazione, e nemmeno le sue capacità narrative!