“Tutti parlano di nuove tecnologie ma nessuno sa veramente di che cosa si tratti”: questa la provocazione lanciata da Giovanni Giovannini il 3 dicembre 2007. Già presidente FIEG, primo presidente dell’Osservatorio TuttiMedia e direttore di Media Duemila, durante il convegno tenutosi al Teatro Dovizi di Bibbiena (sua città natale), in provincia di Arezzo, dal titolo ”Giornali e giornalisti, tra vecchi e nuovi media” parla di un gap culturale che nessuna tecnologia può sconfiggere. L’argomento è attualissimo ed è rilanciato nell’ebook #questianni domande digitali in cerca di regole, di Antonio Nicita, Commissario AGCOM, che descrive un quadro avvilente: “La fotografia del social digital divide degli adolescenti italiani è sconfortante: da un lato gli “online e dall’altra i disconnessi. Ben l’11% degli adolescenti italiani non ha mai usato Internet, con una percentuale elevata nel Sud e nelle isole”. L’ Osservatorio TuttiMedia con l’articolo di Derrick de Kerckhove “E’ l’ora e l’era della cultura” ha dichiarato l’assoluta disponibilità a sostenere il piano del governo a supporto della cultura. L’associazione in occasione del premio “Nostalgia di Futuro 2015″ ha denunciato il divario culturale che scaturisce dal divario digitale. “I cittadini connessi di tutte le età – ha spiegato Silvio Siliprandi Presidente e CEO GfK Eurisko – sono i più colti”. Infatti non esiste differenza di stili di vita fra generazioni a parità di tempo speso online. Gli utenti internet sono la maggioranza fra coloro che leggono libri, frequentano mostre, musei, cinema e teatro. Digiuno culturale è il titolo dell’articolo pubblicato ieri (13 gennaio) su La Repubblica: “… Zero appeal per i consumi culturali outdoor, linea piatta, c’è una parte del paese che viaggia ancora a fari spenti, in fuga dalla cultura: rappresenta il 18,5 per cento, secondo l’ultimo annuario statistico dell’Istat”. Mentre il ministro Dario Franceschini dichiara all’ANSA: “Con 43 milioni di visite e incassi per 155 milioni di euro, il 2015 si conferma un “anno d’oro” per i musei italiani. Per la storia del nostro Paese è il miglior risultato di sempre, un record assoluto per i musei italiani“. Quanti gli stranieri e quanti i nostri connazionali che sono in questa cifra non si sa, Eppure sarebbe facilissimo leggere la differenza grazie ai BIG DATA. Le Telco italiane sicuramente hanno dati precisi sull’argomento, perchè nessuno li chiede?
Il Fondo di 40mila libri donato a Bibbiena, era il simbolo della battaglia di Giovanni Giovannini contro l’analfabetismo culturale. “Non si tratta più di non saper leggere o scrivere – ripeteva –. Ma di non avere capacità intellettuali che spingono alla curiosità verso il mondo. “Oggi grazie alle nuove tecnologie il mondo è diventato l’antica Agorà in cui si discuteva di politica. In Italia però non esiste una cultura della mutazione. La stessa classe politica ignora i cambiamenti che stanno avvenendo nell’ambito dei mezzi di comunicazione perché i politici, troppo spesso, sono presenti solo virtualmente con messaggi di sostegni ad iniziative che promuovono il dibattito sull’uso dei nuovi mezzi di comunicazione, ma presi come al solito dalla quotidianità. Ed ecco che l’ignoranza è un problema diffuso in un paese dove l’analfabetismo di ritorno è un fenomeno in aumento”.
Nel 2005 i quotidiani hanno riempito le case degli italiani di volumi, i cinque più importanti quotidiani hanno allegato 113 opere pari a 1.636 volumi. Ma questo non è bastato.
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