di ERMINIO CIPRIANO.
Lo scatto di Janis Krums all’aereo ammarato sull’Hudson, i messaggi su FriendFeed dopo la prima forte scossa di terremoto in Abruzzo, il video amatoriale su YouTube che diffuse in tutto il mondo la morte di Neda simbolo della rivoluzione popolare in Iran. Sono alcuni degli episodi citati da Sergio Maistrello in “Giornalismo e nuovi media. L’informazione al tempo del citizen journalism” (edito da Apogeo) che confermano il cambio di rotta che l’informazione sta seguendo. Persone comuni dietro ai fatti che apprendiamo sui giornali (“spettautori”, spettatori e al tempo stesso autori), persone che bypassano la mediazione giornalistica diventando testimoni e autori delle notizie (“prosumer”, produttori e consumatori), persone che utilizzano nuove tecnologie e social media per comunicare al mondo (“screttori”, come li definisce Derrick de Kerckhove, fusione di scrittori e lettori). Il nuovo sistema di relazioni che si sta affermando è Peer to Peer: “la società in Rete – scrive Maistrello – sta imparando a comunicare, a informarsi, a condividere cultura, a commerciare, ad amministrarsi, a divertirsi, a progettare al di là di ogni forma di mediazione conosciuta in precedenza”.
Quali effetti ha tutto questo sul lavoro giornalistico? Cambia il modello di negoziazione giornalistica, spiega l’autore. Dal classico processo lineare che dal fatto conduce al consumo dell’informazione (dalle fonti, al giornalista mediatore, fino ad arrivare al pubblico passivo), passiamo alla rinegoziazione favorita da Internet: “Con il diffondersi dei network digitali fonti, giornalisti e pubblico diventano parte integrante dello stesso ecosistema, ugualmente rappresentati e ugualmente abilitati a ricevere e a pubblicare informazioni”.
Sergio Maistrello, giornalista freelance e docente di “Giornalismo e nuovi media” all’Università di Trieste, definisce il suo libro “un manuale per gli studenti”, ragazzi che spesso arrivano all’ultimo anno di specializzazione senza conoscere le enormi possibilità offerte dalla Rete e che guardano con pessimismo al loro futuro. “Questo è un libro ottimistico, ben scritto e attuale” concordano Vittorio Zambardino e Massimo Russo durante la presentazione, autori tra l’altro di “Eretici digitali” (edito sempre da Apogeo). Zambardino spiega che molti giornalisti non percepiscono questo cambiamento di rotta e tutto viene vissuto come un problema organizzativo, come uno stravolgimento delle tradizionali routine burocratiche e produttive di una redazione. Secondo il giornalista di Repubblica.it guardando al mondo dell’informazione “c’è una regressione nel nostro Paese, non è vero che le cose stanno andando avanti, purtroppo avanza l’idea che il cittadino non può mettere il becco e che la politica è roba da leadership”. Gli fa eco Massimo Russo, direttore di Kataweb.it: “Il nuovo fatica a crescere perché mancano ancora quei modelli di business che faranno sopravvivere giornali e giornalisti”. Sergio Maistrello è convinto che l’autorigenerazione del giornalismo passa attraverso la qualità: “Editori e giornalisti sopravvivranno se sapranno produrre il migliore giornalismo possibile. Perfino l’affannosa ricerca di un modello commerciale non può che venire in secondo piano rispetto a questa priorità. È il giornalismo la via d’uscita dalla crisi del giornalismo”.
Erminio Cipriano
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