“Metaverso: opportunità e rischi del mondo che cambia” è il tema dell’Atelier di Intelligenza Connettiva che l’Osservatorio TuttiMedia organizza il 9 novembre (ore 15:00/17:00) in UPA a Milano. Il tavolo di confronto rifletterà a porte chiuse sul Metaverso. L’analisi della punta dell’iceberg dell’innovazione nella comunicazione è lo scopo dell’associazione che in alcuni casi preferisce un confronto serrato e trasparente solo con i soci (Confindustria Radio Tv, Eni, Facebook, FIEG, FNSI, FUB, Google, Mediaset, Rai Pubblicità, RAI, Gruppo Unipol, Banca Intesa Sanpaolo, UPA).
Derrick de Kerckhove dice: “Non possiamo parlare di Metaverso ma di Metacity”. Il perché della filosofia dell’allievo di McLuhan è chiaro: “Se viviamo in tre spazi – dice – nessuno di questi può essere pubblico e privato allo stesso tempo. Perché l’essere umano vive uno spazio fisico che è pubblico, uno mentale che è privato e quello digitale che non ha una chiara connotazione, come il primo e il secondo”. Dalle protesi tecnologiche che ci assistono ma sono fuori del nostro corpo ( telefono e computer) adesso arriviamo alla protesi che ci coopta dentro il suo sistema. Questa è la teoria del direttore scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia che invita a riflettere soprattutto sulle possibilità che si aprono per il mondo dei media.
“Con il metaverso siamo nel mondo della totalizzazione, sei dentro e lo sei completamente: niente multitasking – dice Paolo Granata, italiano, professore associato (Book & Media Studies) all’Università di Toronto -. “Una volta dentro l’esperienza è totalizzante, non c’è rischio di distrazione congenita, caratteristica delle piattaforme di oggi. Qualsiasi computer o cellulare ci distrae con le notifiche di mail, news e altro. Invece il mondo del metaverso, così come è fatto ora, è un’immersione senza fughe laterali”.
L’obiettivo dell’Osservatorio TuttiMedia è sempre quello di anticipare le rotture per evitare i fallimenti, quindi l’Atelier di Intelligenza Connettiva segue la ricerca della sostenibilità per tutto il mondo dei media e di chi nei media. Su questo concetto l’anno scorso TuttiMedia ha lanciato il progetto: NewsMedia4Good che ha avuto successo anche a livello Europeo.