La 49ª edizione del Rapporto Censis (Franco Angeli editore)  dal 2002 al 2015 registra uno spostamento dell’attenzione del pubblico verso i media più avviati a forme di convergenza tra contenuti e supporti digitali. Lo testimonia il peso specifico occupato nel 2015 da un medium come la televisione, che raggiunge una quota di telespettatori pari al 96,7%. Si diffonde però l’abitudine di visione attraverso altri device +1,6% di utenza rispetto al 2013 per la web tv, +4,8% per la mobile tv, 42,4% per le tv satellitari e 10% per le smart tv che si possono connettere alla rete.
Anche la radio conferma la sua larghissima diffusione di massa con l’83,9% registrando un +2% di ascolto con i cellulari e Internet.
Gli utenti di Internet continuano ad aumentare +7,4% con una penetrazione del 70,9%. + 12,9% le connessioni mobili , 52,8% per i tablet che diventano di uso comune per un italiano su quattro raggiungendo il 26,6%. Aumenta inoltre la presenza degli italiani sui social network, in primis Facebook a cui accede il 50,3% dell’intera popolazione e il 77,4% dei giovani under 30; YouTube raggiunge il 42% di utenti, il 72,5% tra i giovani; il 10,1% degli italiani usa Twitter.
Non si arresta però il ciclo negativo per la carta stampata -1,6% per i quotidiani, -11,4% per la free press, tengono i settimanali ed i mensili mentre sono in crescita i contatti dei quotidiani online +2,6% e degli altri portali web di informazione +4,9%. Non favorevole anche la lettura dei libri
-0,7% , gli italiani che ne hanno letto almeno uno nell’ultimo anno sono solo il 51,4% del totale, e gli e-book contano su una utenza ancora limitata all’8,9% per quanto in crescita +3,7%.

Il volume è strutturato partendo dalle Considerazioni generali che introducono il Rapporto sottolineando come la società stia seguendo uno sviluppo fatto sulla sua storia di lungo periodo, sulla capacità inventiva, sulla naturalezza dei processi oggi vincenti: un impasto che connota il «resto» che non entra nella cronaca e nel dibattito socio-politico, e non accede al proscenio della visibilità mediatica, ma anima il «racconto» reale del Paese. Nella seconda parte, «La società italiana al 2015», vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno, descrivendo una società sconnessa a bassa autopropulsione, ma anche i punti di ripartenza (e trasformazione) dell’Italia, nonostante politica e società siano ancora fuori sincrono. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza.

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Sara Aquilani
Ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi della Tuscia e si è specializzata in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Attualmente lavora per TuttiMedia/Media Duemila.