La decisione di Google, che sospenderà la fornitura di Android al colosso cinese, cambia la strategia dell’operatore mobile più importante del paese.
La compagnia mobile EE (proprietà di British Telecom), prima nel Regno Unito per copertura di rete mobile e per diffusione, ha annunciato che i dispositivi Huawei non saranno inclusi nel piano di lancio della prima rete 5G nazionale. Insomma: la mossa di Trump che ha vietato alle aziende statunitensi di utilizzare dispositivi Huawei, provocando la decisione di Google di interrompere la fornitura del sistema operativo Android alla casa cinese, inizia a sortire i primi, pesantissimi, effetti.
Il piano di EE prevede un primo lancio sperimentale della tanto attesa rete 5G per il 30 maggio in sei città: Londra, Cardiff, Edinburgh, Belfast, Birmingham e Manchester. Entro la fine dell’anno la copertura dovrebbe espandersi ulteriormente, andando a interessare un totale di sedici centri, fino a raggiungere i cinquanta nel 2020. Un piano ambizioso che ha creato molta attesa in Gran Bretagna, dando il via alla sfida tra gli operatori (il lancio di Vodafone, ad esempio, era previsto per il 3 luglio) e catalizzando l’attenzione degli investitori e della borsa.
Il capo della divisione prodotti di consumo di EE, Marc Allera, ha dichiarato: “Abbiamo messo i dispositivi Huawei “in pausa”, in attesa di nuovi sviluppi. Finché non avremo le informazioni necessarie sul caso e la certezza che i nostri clienti possano ricevere aggiornamenti costanti, necessari per utilizzare il loro dispositivo con la nostra rete, abbiamo deciso di posporre l’estensione del servizio ai prodotti Huawei”.
Inoltre, nelle ultime ore è riemersa sulle pagine dei giornali inglesi la questione della cyber-sicurezza, sollevata qualche mese fa dai servizi segreti. Date le incredibili nuove possibilità prospettate dall’introduzione del 5G, e i conseguenti rischi per la sicurezza telematica nazionale, British Telecom, si è impegnata per la rimozione delle apparecchiature Huawei dagli snodi centrali della sua rete 4G che sarà la base per l’installazione della nuova rete. La compagnia ha assicurato che non ci saranno rischi per gli utenti e che il processo di “messa in sicurezza” sta avanzando con continuità e dovrebbe terminare entro il 2022.
Intanto Huawei dichiara che darà battaglia alle misure di Trump e che le preoccupazioni sulla sicurezza delle reti siano infondate. Per ora, gli stati occidentali stanno adottando misure differenti: se da un lato l’Australia e la Nuova Zelanda sono sulla stessa linea della Gran Bretagna, i Paesi europei non hanno ritenuto necessario prendere alcun provvedimento; anzi, alcuni, come la Francia e la Germania, hanno apertamente criticato la misura restrittiva americana. La questione, tuttavia, resta spinosa e si attendono sviluppi nelle prossime settimane.