di LIVIA SERLUPI CRESCENZI –
Le nuvole a volte ritornano e la difesa dei diritti della rete non prevede rasserenamenti. Si chiama Treaty on the Protection of Broadcasting Organization (Trattato sulla protezione degli Organismi di Radiodiffusione) il progetto allo studio dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI o WIPO), che vorrebbe tutelare anche sulla rete non solo video, file, film o programmi radio e Tv già protetti da diritto di proprietà intellettuale, ma anche tutti i contenuti trasmessi da una emittente o presentati su un sito. Insomma, chiunque violerebbe il diritto d’autore solo condividendo un contenuto. Ne parla, in un comunicato, l’Electronic Frontier Foundation, l’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti digitali, la quale denuncia che la possibile approvazione da parte dei governi di questo progetto, prevista per il 2014, darebbe agli editori e operatori della comunicazione 50 anni di diritti esclusivi di proprietà intellettuale sulle trasmissioni internet.
Roberto Natale, a nome della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) che presiede, ha dichiarato a Media Duemila: “E’ un progetto pericoloso per noi non accettabile, il lavoro intellettuale va tutelato, l’utopia del tutto gratis fa disastri, ma in questi termini, con questi tempi lunghissimi e con questi vincoli sarebbe un freno pericolosissimo alla diffusione della cultura e dell’informazione. Noi pensiamo che debba esserci la giusta ricompensa per il lavoro intellettuale e quindi il diritto d’autore deve essere difeso anche nell’era della rete in quanto l’illusione del prodotto gratuito non risponde alla questione fondamentale consistente nella necessità di reperire le risorse per sostenere l’attività giornalistica e culturale, tuttavia un vincolo di 50 anni rischia di pregiudicare irrimediabilmente ogni possibilità di condivisione”
Il Parlamento Europeo ha bocciato, lo scorso luglio, l’accordo anti pirateria denominato Acta che avrebbe limitato la libertà di internet e che ha provocato una mobilitazione generale di opposizione in tutta Europa. Questo precedente, tuttavia, non ha scoraggiato l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale che avrebbe come nobile obiettivo la promozione dell’innovazione e della creatività per lo sviluppo economico, sociale e culturale di tutti i paesi attraverso un sistema internazionale di proprietà intellettuale equilibrato ed efficace.
Sull’onda dell’innovazione tecnologica e digitale degli ultimi anni che ha rivoluzionato il panorama delle comunicazioni, della circolazione delle informazioni e dei contenuti creativi, si è creata una forte ambiguità sul concetto di proprietà intellettuale. I diritti attinenti tale proprietà riguardano, infatti, tre aree principali, i brevetti per le nuove idee, i marchi depositati, i loghi e i simboli per distinguere fra loro le aziende ed infine il copyright che protegge le espressioni artistiche. Tale ampiezza e indeterminatezza del concetto potrebbe dare la possibilità di equivocare sul significato di proprietà intellettuale sovrapponendolo al copyright. Quest’ultimo, anche nell’era di internet che ha creato nuovi spazi per gli autori, è comunque ancora tradizionalmente legato all’idea che il costo e le difficoltà di riprodurre e diffondere sul territorio le opere deve essere assunto dagli editori dietro congruo compenso o cessione dei diritti da parte degli autori.
Gli stati membri della OMPI/WIPO hanno raggiunto un accordo il 24 giugno scorso per programmare un incontro di due giorni prima del prossimo appuntamento, previsto per novembre, del Comitato per il Copyright. Lo scopo è trovare un’intesa sul trattato proposto per chiedere agli stati membri, nel 2012, di fissare una Conferenza Diplomatica Intergovernativa durante la quale il Trattato possa essere adottato.
Secondo l’EFF ( Electronic Frontier Foundation), i broadcaster vogliono rivendicare la necessità di un trattato che protegga dalla pirateria del segnale e questa proposta non farebbe altro che adeguare i loro diritti nell’era digitale, ma in realtà il progetto ha tutt’altri obiettivi e vuole stabilire regole per governare la distribuzione di informazioni in internet.
La proprietà intellettuale sarà garantita per oltre 50 anni ai distributori di contenuti che applicheranno, in parallelo, la protezione del copyright persino quando i trasmettitori non hanno nessun ruolo nel creare i contenuti che vengono trasmessi.
Dare alle emittenti tali privilegi legali, dichiara ancora l’EFF, è un modo sicuro per danneggiare la libertà di internet, provocare conseguenze sulla libertà di espressione e sugli stakeholders dell’internet economy compromettendo lo sviluppo della rete. Il diritto esclusivo di autorizzare la ritrasmissione di programmi su web permetterà loro di bloccare la concorrenza e l’innovazione, consentendo di controllare i dispositivi in grado di ricevere le trasmissioni e creando nuovi rischi di responsabilità per gli intermediari internet che ritrasmettono informazioni.
Livia Serlupi Crescenzi