di FORTUNATO PINTO –

La Cina si prepara ad ultimare il più grande network accademico del mondo, tramite il collegamento di oltre duemila istituti scolastici e di ricerca, il China Education and Research Network – Cernet. L’Otn (Optical trasport network), che collegherà non solo scuole ed università ma tutte le strutture per l’apprendimento, sarà una rete basata su collegamenti a fibra ottica che raggiungeranno velocità elevate grazie all’implementazione della tecnologia 100G. Quest’ultima si sta confermando quale migliore opportunità per le applicazioni ad utilizzo intensivo di banda, come le video conferenze, il data storage e il cloud computing.

La rete Cernet verrà ampliata dalla Zte (Zhong Xing Telecommunication Equipment), la terza più grande venditrice di dispositivi GSM al mondo, grazie all’azienda venti milioni di utenti nelle aree di Beijing, Chongqing, Dalian, Guangzhou, Hangzhou, Shangai, Shenyang, Shenzhen, Wuhan e Xi’an usufruiranno di un collegamento che si espande per oltre diecimila chilometri. Sarà il Ministero dell’Educazione a gestire tale rete, che collegherà oltre un milione di computer in giro per la Cina.

Un notevole vantaggio da parte della Cina nel settore della comunicazione e della ricerca, capace di  superare i concorrenti europei e statunitensi, tra cui anche l’Italia che attualmente si trova in difficoltà a gestire lo sviluppo della tecnologia Lte. La rete mobile di quarta generazione da gennaio 2013 rischia di disturbare le frequenze della Tv a causa dell’utilizzo delle segnale a 800MHz, lo stesso utilizzato per la trasmissione dei segnali Tv, appunto.

Secondo le stime del Ministero allo Sviluppo economico, oltre un milione di italiani sarà disturbato dalle interferenze dell’Lte ed in alcuni casi potrà verificarsi la totale assenza di segnale. Una soluzione possibile è l’installazione di un filtro sull’antenna di ogni abitazione. Ciò comporterà ulteriori costi per i cittadini, dopo la già onerosa introduzione della Tv digitale, che includono l’acquisto di tale filtro ed anche l’installazione. Il Ministero aveva inserito una norma nel decreto dell’Agenda Digitale, Crescita 2.0, che accollava agli operatori mobili il costo di tale problema ma la norma è sparita, a causa di una mancata definizione degli obblighi delle aziende delle telecomunicazioni.

Il Ministro Corrado Passera ha dichiarato che sono allo studio provvedimenti per la definizione delle modalità di intervento degli operatori mobili e della ripartizione dei relativi oneri. Con ottimismo, ritiene che la questione sarà determinata prima di gennaio, prevenendo così interferenze  ed ulteriori spese alle famiglie.

Le interferenze dell’Lte riguarderanno tutta l’Europa ma in Francia e Regno Unito è già deciso che saranno gli operatori a pagare per i filtri, mentre per l’Italia bisognerà dunque attendere l’accordo tra le parti, probabilmente prima di gennaio, probabilmente no.

Fortunato Pinto

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