Se lo fa Newsweek, di abbandonare il cartaceo e continuare a uscire solo online, non è più un tabù; anzi, può essere un’idea. Ma se deve farlo anche Newsweek, rischiano di doverlo fare in tanti: mica solo testate senza passato, oltre che senza futuro, ma anche giornali e periodici prestigiosi, di nome, ma senza più acquirenti in edicola a sufficienza.
E, per l’esordio solo online, Newsweek ha scelto una copertina animata: la ‘cover story’, se si può ancora chiamare così, è introdotta da un mini-video di quattro secondi che mostra un sottomarino che scende sul fondo del mare. ”Abbiamo toccato il fondo?”, e’ il titolo con punto interrogativo, che –osserva Alessandra Baldini, sull’ANSA- innesca commenti sardonici sui recenti guai dell’edizione a stampa del settimanale. Il doppio senso è probabilmente voluto, con buona dose di auto-ironia, ma il riferimento è all’ultima spedizione dei fondali oceanici del regista ed esploratore James Cameron, con una intervista esclusiva.
L’animazione è opera del fotografo Hugh Gentry, che ha filmato un video ad alta definizione a 40 metri di profondità al largo della costa di Oahu. E la trovata testimonia lo sforzo di Newsweek di navigare con creatività il mondo online, dopo la scelta annunciata l’anno scorso di pubblicare solo sul web.
Un ‘hashtag’ di Twitter dominava l’ultima copertina a stampa il 31 dicembre: una sorta di strizzata d’occhio al futuro digitale del settimanale diretto da Tina Brow, che, sull’ultimo numero cartaceo, aveva schierato un cast stellare: per chiudere in bellezza 80 anni di storia nelle edicole, la Brown aveva chiesto contributi a grandi firme e ad alcuni ex direttori.
Il numero doppio che segnava la fine del Newsweek a stampa aveva, così, pezzi firmati dagli ex direttori Jon Meacham sulle campagne presidenziali e Mark Whitaker sui diritti civili. La Brown s’era riservata l’epitaffio nella sua rubrica.
Tra gli altri grandi del passato e del presente, c’erano Evan Thomas (in parallelo con l’ex direttore di Time Jim Kelly sulle rivalità tra i settimanali), Eleanor Clift (sulle donne) e Michael Isikoff (su Monica Lewinsky, al centro del suo ‘quasi scoop’ del 1998). E c’era pure una cinquantina di pagine di pubblicità, che, se ci fossero state sempre, avrebbero probabilmente evitato la fine online.
Newsweek aveva annunciato fin da ottobre il passaggio al solo web. La nuova edizione solo digitale si chiama ‘Newsweek Global’ e vuole essere ”una singola edizione mondiale mirata a un pubblico di lettori in movimento che vogliono sapere che cosa succede nel mondo in un contesto sofisticato”, aveva spiegato la Brown. Newsweek Global sarà sostenuto da abbonamenti a pagamento e avrà contenuti diretti ai tablet e al web, solo in parte ripresi sul sito ‘gemello’ Daily Beast.