di FORTUNATO PINTO –
Il World Economic Forum 2013, a Davos in Svizzera, è stata l’occasione in cui le personalità più influenti nel settore business hanno discusso del nostro presente e del futuro che ci aspetta.
Per capire questi cambiamenti, il Boston Consulting Group ha organizzato una tavola rotonda intitolata “ Digital Game Changer” con Marc Benioff, fondatore di Salesforce.com, Matt Brittin, vice presidente Google del Centro Europa, la giornalista Arianna Huffington, Steve Mollenkopf, presidente di Qualcomm (azienda specializzata nelle tecnologie wireless di prossima generazione) e Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia.
Durante l’era del “dot-com” la frase “Internet cambia tutto” era di moda, in realtà questa frase piuttosto che essere sbagliata era prematura. Oggi, nel nostro presente, è proprio Internet a cambiare tutto. Fare amicizia, ma anche comunicare e lavorare, sono azioni che sono state completamente alterate. Tutte le maggiori industrie hanno subito un grande mutamento: a partire proprio dai media tradizionali. L’effetto dei grandi dati, delle multi connessioni e dei social media ha trasformato tutto. Internet è pervasivo e non solo ha cambiato tutto ma è dappertutto. Anche l’Asia e l’Africa, infatti, stanno espandendo le proprie connessioni come è successo in Occidente.
Il gruppo ha discusso dello sconvolgente forza del web sull’economia e la trasformazione che ha portato a nuove forme connettive, organizzative e d’interazione con il cliente. Inoltre, nella tavola rotonda si è parlato del rapido ingresso dei mercati emergenti nel mondo connesso, della cura della salute tramite mobile e degli attacchi cybernetici. Non sono mancate battute sull’esigenza, ogni tanto, di staccare la spina, e vivere il mondo reale. Gli esperti sono stati accolti dal presidente e CEO del BGC, Rich Lesser, e moderati dal direttore del gruppo, Paul Zwillenberg.
Lesser, nella sua introduzione ha parlato di un periodo di grande cambiamento, una situazione in cui emergono nuovi mercati e c’è una nuova interazione tra e con le persone attraverso le tecnologie digitali. “Stiamo assistendo alla trasformazione delle industrie e alla nascita di innumerevoli opportunità lavorative fondate sull’ispirazione, le leadership e la fiducia”.
Zwillenberg ha dato il via alla discussione a partire dalle connessioni globali: superati i due miliardi di utenti connessi ad Internet, presto si arriverà a tre miliardi, di cui la maggior parte è connessa tramite dispositivi mobili. Queste connessioni in mobilità ridefiniscono gli ambienti geopolitici, economici e culturali. Zwillenberg ha parlato dell’ultimo lavoro del pittore e artista David Hocney: le sue opera sono state completamente create sull’iPad ed esposte alla famosa Royal Academy di Londra.
“Come è evidente Internet sta cambiando le interazioni consumatore – mondo ma anche con le compagnie e i brand. Cosa vuol dire questo per le aziende? E per quanto riguarda le connessioni con i dipendenti, cosa è cambiato?”, ha chiesto Zwillenberg.
Secondo Benioff, le tecnologie portatili, i social network, l’intelligenza locale e ancora altre tecnologie e aspetti moderni, tutti insieme, stanno trasformando l’industria. “In quanto uomini d’affari, dobbiamo riconoscere che i consumatori stanno utilizzando queste tecnologie come mai prima. Questi vogliono connettersi e si connettono con noi in un’innovativa modalità”
E’ ovvio, secondo il fondatore di Saleforce, che i consumatori siano connessi all’impresa, piuttosto è importante per questa connettersi ad essi. “Questa è la grande trasformazione, il grande ponte, la grande divisione e la grande opportunità. Questa è la rinascita. Questo è il più eccitante, più drammatico, più rivelatore evento che abbia mai visto il nostro settore. Tutte le nostre aziende devono cambiare e avere la capacità di connettersi con il cliente in un modo completamente nuovo”.
Per Marc Benioff, oggi c’è una grande apertura alla trasparenza e alla collaborazione aziendale, con il decadimento della scala gerarchia interna, il ché risulta preoccupante soprattutto per i manager e i leader delle grandi aziende. Gli individui godono di più potere, “un solo dipendente può sia far affondare un’impresa che portarla al successo. E’ necessario per le imprese potenziare le capacità di questi ‘super’ individui, responsabilizzarli e condividere il cambiamento che apportano”.
Zwinllenberg ha chiesto ad Arianna Huffington, ideatrice di uno dei più grandi successi editoriali degli ultimi anni (Huffington Post ndr), a che punto sono le notizie sulla carta stampata, “è la carta morta?”, inoltre è stato affrontato nel corso del dibattito anche la questione del citizen journalism. Secondo il direttore del BCG, spesso realtà e finzione in questo tipo di comunicazione si fondono in una sola cosa – “è preoccupante?” ha chiesto, poi, Zwinllenberg.
“Non credo che la carta sia morta. La stampa si sta adeguando ai tempi, semplicemente non è abbastanza veloce”, ha dichiarato Arianna Huffington. Gli editori non sono riusciti a passare al digitale in tempo, hanno perciò dato spazio a progetti come l’Huffington Post. Ora, però, dopo aver sconvolto i giornali, gli editori stanno riuscendo a recuperare il tempo perso, sostiene la giornalista Usa. “C’è una convergenza che vede l’incontro tra i blog e i giornali tradizionali: da un lato noi abbiamo vinto un premio Pulitzer per una maxi inchiesta e dall’altro i quotidiani vanno sempre più verso i media digitali, invogliando i propri reporter ad utilizzare i blog, Twitter e gli altri social media”.
Riguardo il giornalismo dal basso, Arrianna Huffington sostiene che anche i giornali tradizionali possano fondere realtà e finzione. Ha ricordato durante l’incontro del World Economic Forum, il caso del New York Times sulle armi di distruzione di massa prima dell’inizio della guerra in Iraq. “Il citizen journalism, che preferibilmente definisco ‘open reporting’, è molto utilizzato dall’Huffington Post. Grazie alla grande comunità attorno al nostro progetto, che ha raggiunto oltre 220 milioni di commenti, la conoscenza e le informazioni che arrivano dalla massa è eccezionale. Quando sono pubblicati dati del Governo, statisti, tecnici e ingegneri sono pronti ad analizzarli e commentarli”.
Venire a patti con la definizione del citizen journalism è difficile per molti. La buona volontà di impegnarsi e spendere del tempo senza essere ripagati economicamente è una nuova forma di intrattenimento. “Nonostante molti si chiedano ancora perché gli individui condividono gratuitamente su Wikipedia e scrivano blog gratis sull’Huffington Post, nessuno si chiede perché le persone continuino a guardare Tv spazzature per quattro ore al giorno gratis”, ha commentato Arianna Huffington.
A Jimmy Wales, Zwillenberg ha chiesto come possa Wikipedia assicurare l’accuratezza dell’informazione e se l’utilizzo dell’enciclopedia digitale sia differente tra i paesi occidentali e il resto del mondo, tra cui Cina, India, le altre zone dell’Asia e l’America Latina.
“Wikipedia è un progetto moderno che lavora all’antica. Per i nostri contenuti ricerchiamo fonti di alto livello ed anche multiple. Non è un processo facile fornire informazioni neutrali e corrette per tutti ma, con il dialogo interno, la nostra community riesce a fare un ottimo lavoro”.
In realtà i lettori di Wikipedia sono molto simili tra loro, i contenuti si differenziano ma a livello locale restano gli stessi. Se nel Regno Unito gli utenti leggono di Nick Clegg (vice primo ministro inglese), contestualmente in Usa leggono di Joe Bidenm, sostiene Wales.
“Un grande cambiamento sta avvenendo grazie agli smartphone a basso costo in Africa ma anche in Cina e in India. Grazie a prezzi vantaggiosi, un’innumerevole quantità di persone si connette alla Rete, avviando una trasformazione culturale di portata incredibile”, ha analizzato il fondatore di Wikipedia.
Steve Mollenkopf di Qualcomm ha approfondito il discorso sul mobile. “L’adozione dei dispositivi portatili è enorme nei mercati emergenti. Grazie agli smartphone i consumatori possono trarre molti benefici, grazie ad essi anche le cura della salute può essere gestita economicamente e facilmente”. Nei mercati occidentali, invece, sono presenti due tendenze: una vede un disequilibrio tra la richiesta dati e la possibilità di accesso ad essi. I consumatori, sostiene Mollenkopf, richiedono sempre più la possibilità di riprodurre contenuti come quelli video che necessitano di ottime connessioni soprattutto in termini di velocità di trasferimento dati. In questo senso le tecnologie moderne, per il presidente di Qualcomm, si concentreranno su architetture di rete diversificate e personalizzate con un corrispettivo abbassamento dei costi.
Il secondo dato dei mercati sviluppati sono le capacità che già esistono negli smartphone, che non solo interagiscono con l’ambiente in cui operano ma, per Mollenkopf, hanno anche la capacità di prevedere i nostri bisogni. “Nel prossimo futuro vivremo in un mondo in cui un’enorme quantità di sensori interagirà con utenti e oggetti. Questi device avranno la capacità di prevedere e fornire ciò di cui avremo bisogno grazie a ciò che noi chiamiamo ‘sesto senso digitale’”.
A Matt Brittin la parola per quanto riguarda lo sviluppo dell’economia grazie alla Rete.
“Il 3, circa 4%, del Pil delle economie europee proviene da Internet. Negli ultimi anni il web ha contribuito alla crescita del 10-15% del prodotto interno lordo e tale dato continuerà a crescere significativamente”.
Le compagnie con un website che utilizzano marketing online crescono molto di più di quelle sprovviste. Internet è definito da Brittin una sala macchine per lo sviluppo. Un’opportunità per tutte le imprese, in un momento di crisi dove anche le grandi imprese soccombono alla situazione economica globale. E’ importante, per il vice presidente europeo Google, ascoltare i propri consumatori, osservare cosa fanno e dove vanno. E’ una modalità molto diversa dalle tradizionali operazioni di mercato ma è l’opportunità per relazionarsi ai due miliardi di individui connessi ad Internet.
Alla tavola rotonda si è discusso anche di vendite al dettaglio ed e-commerce: alla domanda di Zwillenberg sul futuro dei negozi, che hanno ceduto il 15% delle vendite ai negozi online, ha risposto Matt Brittin di Google: “I negozi tradizionali devono cambiare e diventare multicanale, i consumatori che comprano in più canali di vendita sono – sostiene Brittin – più leali e frequenti compratori. Gli store devono trasformarsi in luoghi nei quali le attività online non sono possibili, come ad esempio, favorire il servizio, il consiglio, la qualità e l’assicurazione del venditore”.
Secondo i dati Google, da sei anni ad oggi, nei risultati di ricerca i grandi marchi, che portano con sé l’esperienza tradizionale a quella della navigazione online, hanno spodestato i retail online dalle prime posizioni sul motore di ricerca.
L’incontro si è concluso con il tema della sicurezza dei dati online. “L’enorme sviluppo di dati può in qualche modo influire sulla sicurezza e la protezione dei dati?”, ha chiesto ai partecipanti Zwillenberg.
Mollenkopf è fiducioso, per il presidente Qualcomm verrà sicuramente creato un modo per risolvere i problemi di privacy che nascono con i dispositivi mobili.
Wales, invece, sostiene che ci saranno inevitabilmente violazioni della sicurezza, fallimenti ma anche ridefinizioni delle regole.
Fortunato Pinto
media2000@tin.it