Nuovo capitolo nell’intricata saga delle relazioni tra Commissione europea e Google. E la fine del confronto potrebbe ora essere davvero vicina. L’Antitrust dell’Ue ha infatti deciso di sottoporre a tutte le parti interessate le misure proposte da Google, rispondendo alle preoccupazioni di Bruxelles sull’abuso di posizione dominante nell’ambito dei motori di ricerca. I servizi del commissario europeo alla concorrenza Joaquìn Almunia terranno conto nelle loro analisi delle reazioni ricevute: se l’eco, anche presso i concorrenti, sarà positiva, i rimedi proposti da Google diventeranno vincolanti per la società informatica, che eviterà così sanzioni.
Ma i primi commenti non sono incoraggianti: vengono dall’organizzazione europea dei consumatori (Beuc), che esprime “delusione” perché le misure pensate da Google “non possono raggiungere in modo credibile” gli obiettivi. “Il nodo della questione – sottolinea il direttore generale del Beuc Monique Goyens – è assicurare scelte eque e non discriminatorie ai consumatori europei, sradicando al contempo l’attuale comportamento anti-competitivo in quello che è essenzialmente un monopolio”.
I consumatori europei manderanno le loro osservazioni ai servizi del commissario Almunia. E lo faranno pure i concorrenti di Google, cui l’Antitrust Ue contesta l’abuso di posizione dominante sui mercati della ricerca su internet, della pubblicità contestuale online e dell’intermediazione pubblicitaria legata alle ricerche.
Comunicati di stampa ufficiali e dispacci delle agenzie di stampa da Bruxelles informano che Google propone: A) etichettare e segnalare graficamente i risultati delle ricerche sponsorizzati, così che gli utenti possano distinguerli dagli altri; B) visualizzare i link a tre servizi di ricerca specializzati concorrenti vicino ai propri ed in modo visibile; C) offrire ai siti web la possibilità di ‘opt out’ dai servizi di ricerca specializzata di Google, senza che ne sia toccato il ranking nei risultati di ricerca generali.
Inoltre, Google si ripromette di dare ai siti specializzati la possibilità di marcare parte delle proprie informazioni in modo tale che non possano essere utilizzate da Google, di offrire agli editori un meccanismo con cui controllare le informazioni visualizzate pagina per pagina su Google News, di cessare gli accordi pubblicitari di esclusività con Google e di permettere campagne pubblicitarie anche su piattaforme concorrenti.
Gli interessati hanno un mese di tempo per presentare le proprie osservazioni. Dopo, la parola passerà ai servizi della Commissione. Ma, intanto, Google continua ad avere guai in Europa: l’ultima ‘granetta’ dalla Germania, anzi della città Stato di Amburgo, che ha condannato il gigante di Mountain View a pagare una multa di 145 mila euro per aver registrato, illegalmente, dati privati scaricati da reti senza fili non protette. La somma è minima, ma la sanzione testimonia l’attenzione con cui i comportamenti di Google sono ormai tenuti sotto controllo.