“La mia presenza su Facebook è nata, come credo sia accaduto per molti altri, come un tentativo serio di giocare un gioco diverso, sperimentando nuovi linguaggi. Sono un neofita dei social network e a muovermi in questo ambiente ricco di potenzialità ancora inespresse è la molla della curiosità. Di questo strumento mi piace la possibilità di conoscere nomi, cognomi e foto dei miei interlocutori: un salto di qualità rispetto agli anonimi nickname che nascondono i partecipanti alle chat e ai forum. La pagina dei miei sostenitori è stata creata a mia insaputa lo scorso giugno, poche settimane dopo la mia nomina a Ministro. Quando me ne hanno segnalato l’esistenza sono stato il primo a stupirmi per il numero considerevole dei suoi iscritti. A oggi ne conto quasi 56mila e risulto essere il ministro più gettonato su FB, ovviamente dopo il premier Silvio Berlusconi. Il loro numero cresce di ora in ora e al tempo stesso il mio senso di responsabilità per un attestato di amicizia e di fiducia tanto spontaneo quanto inaspettato. Ecco perché mi sono organizzato per rispondere a tutti e alimentare questa forma di dialogo.
In questi ultimi anni la comunicazione politica si è indubbiamente arricchita di strumenti, possibilità, occasioni. A impoverirsi, paradossalmente, sono stati i suoi contenuti. In Italia purtroppo indugiamo sovente nelle polemiche di giornata, sterili, tutte interne al ceto politico e quindi incomprensibili o stucchevoli per i cittadini. Accade ormai di rado che i giornali si propongano al lettore come una palestra agile e poco conformista in cui dibattere delle grandi priorità i temi alti e delle loro possibili soluzioni. Quanto al rapporto tra politici e cittadini, credo che vogliano incontrarsi, conoscersi e confrontarsi in tempo reale. Non escludo che sia una delle conseguenze dell’attuale sistema elettorale: non esiste più il voto di preferenza e manca pure il collegio uninominale che trasformava l’eletto nel rappresentante di un territorio specifico. Ne deriva forse una sorta di spaesamento reciproco: l’elettore non sa bene chi lo rappresenta e il rappresentante non sa dove andare per rivolgersi ai suoi elettori. Per queste ragioni Facebook e i social network si sono rapidamente trasformati in un luogo d’incontro anche per quanti ricoprono incarichi pubblici elettivi. Non sono però convinto che la Rete sia il luogo più idoneo per combattere battaglie politiche: lascerei questo compito al Parlamento e agli strumenti previsti dalla Costituzione. Internet e Facebook possono invece restare un luogo di approfondimento di temi che in radio e in televisione non si ha forzatamente il tempo di spiegare nel dettaglio così come uno strumento formidabile di consultazione e analisi di documenti utili a formarsi meglio un’opinione”.
Renato BrunettaMinistro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione

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