“Quanto mi costa il roaming! Sai che ti dico? Quando sono all’estero, spengo il telefonino”. Lo pensano e, in qualche misura, lo fanno il 94% dei cittadini dell’Unione, persino una maggioranza degli italiani, che pure sono meno restii della media europea a separarsi dai loro strumenti d’immediata reperibilità. E, così, alla fine, il roaming costa soprattutto alle compagnie telefoniche, che vedono il loro business (drasticamente) ridotto proprio dalla loro esosità.
Il roaming è un rovello della Commissione europea e, in particolare, di Neelie Kroes, olandese, responsabile dell’Agenda digitale, che ha già ottenuto concreti risultati, costringendo le compagnie ad abbassare le tariffe –gliene demmo merito, in questi nostri Appunti-.
Adesso, la commissaria europea ha presentato una nuova ricerca, da cui emerge che i costi, tuttora elevati, del roaming vanno a detrimento, soprattutto, del settore delle applicazioni mobili: si pensi alle guide, alle mappe e alle foto, particolarmente utili quando s’è in viaggio. Su EurActiv, lo studio è stato scandagliato dalla solita bravissima Alessandra Flora.
Fuori dai confini nazionali, il 18% degli italiani spegne il cellulare e preferisce non utilizzarlo (contro una media Ue del 28%); il 19% disattiva in ogni caso il traffico dati (contro una media europea del 25%). Il 33% degli italiani non rinuncia a navigare su Internet all’estero, ma, per farlo, si affida a una tariffa agevolata proposta dal proprio operatore di telefonia mobile (opzione accolta in media solo dal 18% degli utenti europei).
E i consumatori non riducono l’uso del cellulare solo all’estero: anche nel proprio paese il 70% degli utenti limita le chiamate in altri stati dell’Unione per paura in un esborso eccessivo. Stando alle valutazioni della Commissione di Bruxelles, le società di telecomunicazioni starebbero rinunciando, almeno parzialmente, a causa delle politiche dei prezzi, ad un mercato di 300 milioni di utenti, con ricadute negative anche su altre imprese, ad esempio quelle che producono app.
La Kroes commenta così: “Queste cifre sono francamente impressionanti. Dobbiamo completare l’opera, eliminando i costi del roaming. I consumatori riducono all’osso l’uso del cellulare, comportamento che non ha senso dal punto di vista delle compagnie telefoniche”.
Con una recente proposta legislativa chiamata “Continente connesso”, la Commissione sollecita Consiglio dei Ministri dell’Ue e Parlamento europeo a realizzare un mercato unico della telefonia e della navigazione online. L’obiettivo è un mix di incentivi di mercato e di obblighi normativi che induca gli operatori di telefonia mobile a estendere offerte e piani tariffari nazionali per permettere ai loro clienti, entro il 2016, di utilizzare il cellulare o lo smartphone in tutta l’Ue allo stesso prezzo.
E la normativa in vigore, adottata nel 2012, prevede già che i clienti possano, dal prossimo luglio, abbandonare il loro operatore nazionale quando vanno all’estero, passando o a un operatore del paese visitato che offra servizi di roaming meno costosi, o a un fornitore di roaming del paese di origine più economico, senza l’obbligo di cambiare la scheda Sim.
Il problema del roaming era già stato parzialmente affrontato dall’Ue nel 2008, con l’introduzione dei tetti tariffari. Da allora, secondo i dati della Commissione, i consumatori hanno beneficiato d’una riduzione del prezzo al dettaglio dell’80% per chiamate e sms; di tariffe per il traffico dati in roaming più basse anche del 91%. E l’eliminazione dei costi del roaming di cui godono ora quasi tutti i consumatori in Francia dimostra che le compagnie telefoniche possono offrire piani tariffari validi per tutta l’Ue allo stesso prezzo.

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Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.