Alberto Oliverio è uno dei più autorevoli studiosi italiani di psicobiologia e di neuroscienze ed è professore emerito di Psicobiologia presso l’Università La Sapienza di Roma.
Le sue innumerevoli pubblicazioni spaziano dalla ricerca alle opere di divulgazione scientifica; l’ultima, scritta con la moglie Anna tratta un tema molto attuale, la resilienza, la capacità di volgere le crisi verso un aspetto positivo, cogliendo in esse possibilità di cambiamento e di adattamento.
Ho avuto l’opportunità di conversare con lui di quella che è l’attualità della ricerca nei campi che studiano le basi biologiche e fisiologiche del comportamento e le relazione che vi sono tra l’uso di tecnologie e ricadute sulla mente umana, nel momento in cui queste modalità virtualizzano la realtà e incidono pesantemente sulla nostra visione quotidianità del reale.
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In che modo la comunicazione mediata dal computer e quella mediata dal web, in modi diversi ci presentano la realtà in modalità difforme rispetto a come la percepiamo direttamente con i nostri sensi.
Ho indagato sulle modalità con le quali comunichiamo con noi stessi quando siamo sdoppiati con le estensioni digitali e quando deleghiamo fatiche mentali e capacità di calcolo e di ricerca ad uno strumento cognitivo esterno, come è  un microchip, magari nascosto così bene da non rivelarci la sua natura artificiale.
Ho indagato sulle modalità con le quali comunichiamo con noi stessi quando siamo sdoppiati con le estensioni digitali e quando deleghiamo fatiche mentali e capacità di calcolo e di ricerca ad uno strumento cognitivo esterno, come è  un microchip, magari nascosto così bene da non rivelarci la sua natura artificiale.
[youtube height=”HEIGHT” width=”WIDTH”]https://www.youtube.com/watch?v=Qcd5fzekHq4[/youtube]Il futuro, come sottolinea il prof. Oliverio, ci riserverà delle criticità che allo stato dei fatti non siamo in grado di predire, come è sempre successo, a livello etico e pratico, quando l’uomo ha adottato innovazioni tecnologiche.