Abbiamo imparato qualcosa? C’è qualcosa da imparare dalle due elezioni di Obama. La riflessione parte dal volume scritto da Stefano Lucchini e Raffaello Matarazzo: “La lezione di Obama, Come Vincere le elezioni nell’era 2.0” (appunto!). Siamo allo IAI (Istituo Affari Internazionali) a Roma.
Del libro mi ha affascinato la maggioranza di minoranze, splendida metafora per un mondo che si riaggrega con caratteristiche nuove. Dal web, al porta a porta, e viceversa. Contaminazione e convergenza: big data da sfruttare, statistiche da studiare. La politica nell’era della trasparenza è certamente nel limbo di una transizione, di cui non si possono prevedere gli sviluppi.
La Merkel ha vinto senza Twitter, per esempio. I Social Media non sempre indispensabili? Raffaello Matarazzo, uno degli autori chiarisce: “L’arrivo del motorino non ha cancellato la bicicletta”.
Ma il mezzo in cui si trasmette un messaggio è più importante del messaggio? È Giampiero Gramaglia a porre l’amletico quesito. Il coinvolgimento è la parola chiave della nostra era.
Il sistema limbico rappresenta l’ondata emotiva virtuale che nasce dall’esigenza reale: la gente ha bisogno di coinvolgimento. Non importa se faccia a faccia o porta a porta avvengono nel mondo reale o nel mondo virtuale.
Per Stefano Silvestri, già presidente IAI, il mezzo è importante, così come lo sono i finanziamenti in una campagna elettorale. La vittoria di Obama la attribuisce al pentimento americano per la seconda vittoria di Bush. Penso ancora alla maggioranza delle minoranze, ad una vittoria di chi da solo non ce l’avrebbe mai fatta, donne, immigrati, gruppi sociali non rappresentativi di una forza emergente, che uniti hanno fatto la differenza. (ddk)