A concludere il dibattito, dedicato alla presentazione del Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione (casa editrice Cedam) scritto da Ruben Razzante, è stato il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Giovanni Pitruzzella ha affermato che “il libro verte sulla libertà d’informazione e quindi su un tema conflittuale perché si scontra con altri diritti ed altri interessi, tutti costituzionalmente garantiti”. Secondo il numero uno dell’Antitrust “questo è sempre stato così, non solo oggi al tempo del web. Però su Internet le opinioni e i contenuti assumono un carattere permanente. E, come tutte le grandi rivoluzioni, il web ha cambiato la società, l’economia e la politica: è una rivoluzione paragonabile alla macchina a vapore, da cui è nata la rivoluzione industriale. Per questo motivo la Rete è diventata terra del conflitto”.
Allora, si è chiesto Pitruzzella: “Internet deve essere il regno dell’anarchia o deve essere regolamentato?”. Ecco qual è stata la sua riflessione: “Direi che debba intervenire il diritto per trovare un equilibrio tra gli interessi legittimi. Purtroppo in questo momento le norme non sono uguali per tutti i mezzi di comunicazione”. Per esempio il direttore responsabile di un giornale risponde, in sede penale e civile, del reato di omesso controllo in caso di un articolo diffamatorio. La Cassazione ha sancito che questo reato non riguarda, però, i direttori responsabili delle testate giornalistiche online. “Si crea così una contraddizione”, ha aggiunto il presidente dell’AGCM.
Infine anche lui ha parlato della privacy da tutelare online. “C’è il decalogo dell’Ordine dei giornalisti che fissa i princìpi per non violarla. Internet ha una memoria eterna, nonostante questo deve garantire il diritto all’oblio: dunque, non la cancellazione delle notizie, ma l’aggiornamento dei fatti al fine di rispecchiare la condizione attuale dei cittadini protagonisti della notizia”.
Luigi Garofalo