Di seguito riproponiamo il testo del presidente AGCOM Angelo Marcello Cardani, pubblicato su Media Duemila cartaceo (ottobre 2013), in occasione del convegno dedicato a “Diritto all’oblio o oblio di ogni diritto? Premio Nostalgia di Futuro 2013”.
Nell’odierno ambiente socio-economico integrato della comunicazione multimediale, l’utente può usufruire di una sempre più elevata interattività con gli strumenti trasmissivi ed interoperabilità di questi fra loro, mentre, le imprese si trovano nella condizione di dover adeguare la loro organizzazione interna ed esterna ad un sempre maggiore sviluppo tecnologico e giuridico e ad una sempre maggiore consapevolezza degli utenti nell’utilizzo degli strumenti offerti dalla convergenza.
Come ho avuto modo di ricordare nella presentazione della Relazione annuale 2013 dell’AGCOM, gli investimenti in reti a banda larga e ultra-larga sono incoraggiati dalla disponibilità e dalla fruizione di servizi e contenuti avanzati. Dunque, le regole per tali reti dovrebbero contribuire alla realizzazione di un level playing field volto il più possibile – pur in una situazione congiunturale obiettivamente difficile come quella attuale – alla promozione della concorrenza infrastrutturale, attraverso un percorso di progressiva e graduale sostituzione dei modelli tradizionali (unbundling, ecc.) con modelli volti a promuovere una ladder of investment che conduca verso l’infrastrutturazione in fibra.
Le regole sull’accesso, viceversa, non dovrebbero essere strumenti per stimolare o premiare comportamenti “opportunistici” di operatori che si adagino su interventi legislativi o regolamentari volti a promuovere l’accesso non investment-related.
Alla convergenza tecnologica, quindi, in primo luogo si affianca la «convergenza economica», che investe sia la produzione, quale input produttivo, sia l’organizzazione dell’azienda, modificando il flusso delle informazioni tra le diverse funzioni aziendali, sia, a valle, le modalità di distribuzione e di fruizione dei prodotti, offrendo nuove possibilità per il consumo.
A questi fenomeni, inoltre, dovrebbe corrispondere la «convergenza regolamentare», con cui si indica un approccio dei legislatori e dei regolatori improntato, da un lato, alla neutralità rispetto alle diverse tecnologie esistenti, dall’altro, allo sviluppo di assetti di mercato il più possibile concorrenziali e garantisti dei diritti dei consumatori.
Al riguardo, peraltro, appare evidente come la convergenza regolamentare risulti in effetti un obiettivo “tendenziale”, per via del diverso livello di sviluppo delle regole della rete Internet rispetto a quelle delle telecomunicazioni e della televisione, dovuto sia a ragioni diacroniche sia – evidentemente – alle peculiarità di Internet che rendono inopportune previsioni dettagliate su taluni aspetti, onde evitare il rischio di limitarne le potenzialità.
Rispetto alla sfida delle regole di Internet, la legislazione vigente appare spesso lacunosa e in notevole ritardo rispetto alle odierne dinamiche sociali ed economiche che si sviluppano attraverso la rete, e da più parti si evidenzia l’importanza degli approcci di autoregolamentazione o coregolamentazione, che permettono risposte immediate e consapevoli rispetto alle continue istanze poste dallo sviluppo delle relazioni online.
Di fondo, resta il problema della complessa attività di adeguamento interpretativo o di revisione della disciplina vigente, necessaria alla luce degli incessanti sviluppi dell’innovazione tecnologica e dai sempre nuovi profili giuridici da essa proposti.
Le difficoltà derivano, evidentemente, dal differente periodo storico a cui risalgono le disposizioni, specie di rango costituzionale, in oggetto, e dal loro non sempre agevole e condiviso adattamento alle nuove sfide poste dalla tecnologia.
Tuttavia, è proprio su questo aspro terreno che si misura la capacità innovativa dei legislatori e dei regolatori, nonché degli operatori del diritto, a tutela dei valori fondamentali degli individui e della collettività.
Tale modus procedendi richiede, là dove gli schemi tradizionali dell’ordinamento risultino insufficienti a rispondere alle istanze poste dai nuovi fenomeni, discipline ad hoc per gli aspetti maggiormente innovativi.
In questo primo anno del suo mandato, il nuovo Consiglio dell’AGCOM ha basato la sua azione riguardo alle dinamiche della rete Internet su un approccio orientato alla tutela delle libertà fondamentali ed alla promozione dell’innovazione e della concorrenza, attraverso interventi quali, ad esempio, l’approvazione e sottoposizione a consultazione pubblica dello schema di regolamento sull’enforcement del diritto d’autore in rete, la pubblicazione dell’indagine conoscitiva sul settore della raccolta pubblicitaria, che ha esaminato con attenzione, tra l’altro, la raccolta pubblicitaria online, e la previsione della valutazione di quest’ultima anche nell’ambito dell’analisi del SIC per il 2012, nonché lo studio in corso su “Servizi e contenuti per le reti di nuova generazione (SCREEN)”, e l’avvio delle indagini conoscitive sul settore dei servizi Internet e sulla pubblicità on line e riguardo alla connected Tv.
Sono primi passi verso una “regolazione 2.0”, che – con l’aiuto indispensabile del legislatore – nei prossimi anni dovrà coniugare le regole giuridiche e l’incessante evoluzione tecnologica e di mercato che caratterizza l’attuale scenario della comunicazione multimediale e convergente.
E’ noto, peraltro, come chiunque provi a dettare o proporre regole per Internet non abbia di fronte un percorso facile, e rischi di esporsi ad attacchi basati su pregiudizi che prescindono dal contenuto dell’intervento.
D’altronde, la rete non può essere considerata un “far west” in cui non siano assicurate le libertà fondamentali dell’individuo al pari di quanto avviene nel mondo “off net”.
Anche per la disciplina di Internet, dunque, sembra valere il monito di Martin Luther King secondo cui: “Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare, ma bisogna prenderla perché è giusta”.
Angelo Marcello Cardani – Presidente AGCOM