“Nel Luglio del 2012, in occasione di Dig.it, il primo evento nazionale dedicato al giornalismo digitale, a Firenze, Alessio Jacona si lamentò del fatto che, nonostante tre anni di dibattiti, nessuna soluzione fosse stata ancora identificata per allontanare il giornalismo dalla crisi che stava vivendo. Siamo nell’Aprile del 2013 e, dopo l’ultima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, ormai al quarto anno di queste discussioni, io continuerei a pensarla allo stesso modo”. È Marco dal Pozzo che nell’introduzione di “#1news2cents la qualità costa! un modello sociale per l’editoria” – viaggio nel mondo dell’editoria di oggi – aiuta a promuovere una visione di cosa debba essere l’informazione. Un diritto universale come per alcune infrastrutture.
Intanto Giulio Anselmi in uno dei convegni organizzato da Media Duemila sul tema del giornalismo ai tempi di Internet ha affermato “spero che editori, direttori, colleghi tutti, abbiano davvero la capacità di percorrere la multimedialità (cioè il giornalista che scrive, fotografa, registra) non come strumento di riduzione dei costi, ma come intelligente declinazione dell’informazione che è necessaria. Mi auguro che il periodo caratterizzato dai principi della penna affiancati dai paria della multimedialità finisca presto”.
Il libro di Marco Dal Pozzo ci impone a riflettere ancora sui possibili nuovi modelli di business legati all’editoria. Nell’era dell’informazione, non può scomparire l’informazione!
Per Marco Dal Pozzo occorre un rovesciamento del paradigma culturale che sostiene (e, al tempo stesso, è sostenuto da) l’ecosistema informativo italiano, almeno per come quest’ultimo è concepito adesso. La proposta, infatti, si basa sulla necessità di cambiare la prospettiva e di cercare, più che un modello di Business (che premia solo gli Editori e le Proprietà), un modello Sociale che rivaluti il ruolo del giornalismo e che metta al centro i Cittadini.
Buona lettura a tutti.