“E’ una svolta: finora lo Stato ha avuto solo le competenze sui dati e così la riforma digitale italiana è stata condannata alla frammentazione”, spiega Paolo Coppola (PD) e Presidente Tavolo permanente per l’innovazione e l’agenda digitale italiana presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Adesso lo Stato centrale avrà la competenza esclusiva nel coordinamento informatico dei dati, dei processi e delle relative infrastrutture e piattaforme informatiche”. Così recita infatti il nuovo comma R dell’articolo 117.
Una vera Grande Mutazione, per me che ho passato una parte della mia vita al CNIPApoi diventato DigitPA ed ora Agid. La carta d’identità digitale naufragò proprio per la frammentazione di competenze.
Nel suo blog Stefano Quintarelli racconta l’iter di una svolta sofferta che poteva naufragare e ringrazia il suo maestro Gianni degli Antoni. L’emendamento è stato approvato all’unanimità: “Unico voto unanime in questa riforma della Costituzione” dice Quintarelli.
La rivoluzione riguarda il comma R dell’articolo 117 della Costituzione “che prevede una competenza centrale dello Stato nel coordinamento informatico solamente dei dati – spiega Quintarelli – nasce in un’epoca, di fatto, pre-internet, quando ci si scambiava i dati con stampe, nastri e dischi. Oggi, nel secolo della Rete, limitare il coordinamento informatico ai soli dati è come accordarsi su dimensione del pallone e del campo, ma non su come funzionano rimessa laterale e fuorigioco. Sono convinto che, in un’epoca in cui Internet rende il mondo un punto, rinunciare al coordinamento informatico equivalga a rinunciare ad una leva importante per l’efficacia della macchina amministrativa, di riduzione di duplicazioni, sprechi e inefficienze a beneficio di cittadini ed imprese”.
Speriamo che questo segni la svolta e l’inizio del cambiamento…
Maria Pia Rossignaud