Vi propongo l’intervista integrale  pubblicata sul portale dei Digital Champion. Ero in treno con il mio smart watch,  non uso più il telefonino, amo i nuovi gadget tecnologici  ed allora ho comprato l’orologio con sim e non uso auricolare. Così le mie comunicazioni sono veramente pubbliche ed a volte veramente  dififcili. In questo caso  il risultato non ha risentito dei buchi di rete e dell’ambiente rumoroso della Freccia Bianca.

 

Dalla newsletter dei Digital Champion:

Il rapporto tra arte e digitale, le nuove forme di espressione artistica e della comunicazione, la realtà virtuale. Ma anche l’Intelligenza Connettiva: ovvero come fare rete e raggiungere un obiettivo in modo scientifico e razionale. Si è occupato anche di questo il professor Derrick de Kerckhove (sociologo, nato a Wanze, in Belgio, nel 1944). Allievo di McLuhan, Derrick de Kerckhove è stato fino al 2008 (per 30 anni) direttore del McLuhan Program in Culture & Technology a Toronto. Ora insegna “Sociologia della cultura digitale” e “Marketing e nuovi media” al Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. E’ considerato uno dei maggiori esperti di comunicazione. Ed è Campione Digitale del team Roma.
Professore che ne pensa dei Campioni Digitali?
Mi sento veramente un Campione Digitale. Sono quotidianamente un Campione Digitale. Sono tante le città dove ho incontrato i sindaci con i quali abbiamo cercato (e continuiamo a cercare insieme) cosa cosa fare per diffondere il digitale. Sono convinto che sia importante organizzare eventi sul digitale. Ma è ancora più importante lavorare tutto l’anno in questa direzione, a cominciare dalle scuole.
Lavorare sulle scuole. In che modo?
Creando ad esempio trans media (connessioni) sulle storie e le leggende della città.
Quali sono le priorità di un Campione Digitale?
La vera priorità è coinvolgere la città e i cittadini sul digitale.
Lei si è occupato dei rapporti esistenti tra arte, ingegneria e digitale. In che modo il digitale può favorire nuove forme artistiche?
Mi occupo da oltre 30 anni di comprendere e analizzare una nuova forma di espressione artistica che intreccia ingegneria, nuove tecnologie e digitale. Ho scoperto che artisti di tutto il mondo hanno messo in scena iniziative davvero spettacolari. Tra cui, l’incredibile esperimento del soffio sul microfono per far volare una piuma (dopo aver soffiato sul microfono è possibile osservarne la traduzione digitale su uno schermo).
Lei è stato anche direttore del McLuhan Program in Culture & Technology.
Sì, lì ho anche diretto un’unità dove è nato un laboratorio sulla realtà virtuale, quando era ancora agli albori (si muovevano infatti i primi passi della realtà virtuale, un ambito oggi completamente rinnovato grazie a Oculus Rift e all’innovazione della realtà virtuale individuale).
Realtà virtuale?
Seguo gli sviluppi della realtà virtuale da oltre 30 anni. Non solo in Canada, ma anche in Italia, in Giappone, in Germania.
A che punto siamo?
Oggi credo si possa parlare di artisti-ingegneri. L’ingegneria, da sola, non considera il contesto umano, ma solo quello tecnico. L’artista invece è impegnato a individuare le finalità umane dell’innovazione tecnologica, specialmente nel campo del digitale.
Lei è anche il teorico dell’intelligenza connettiva. Di che si tratta esattamente?
Si tratta della definizione dei rapporti rete-persone. La connettività è sempre esistita, ma semplicemente prima non si era in grado di comprenderla e dunque di usufruirne. Ora siamo in grado di servirci del nostro cervello, sappiamo accelerare la nostra intelligenza, ci sono metodi per pensare più velocemente. Devono quindi esserci anche metodi per far pensare più velocemente un gruppo di persone, per risolvere problemi, più velocemente. La connettività è questo: trovare dei metodi che facciano procedere insieme i pensieri in tempo reale, che facciano pensare più rapidamente in gruppo.

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Derrick de Kerckhove
Direttore scientifico di Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia. Visiting professor al Politecnico di Milano. Ha diretto dal 1983 al 2008 il McLuhan Program in Culture & Technology dell'Università di Toronto. È autore di "La pelle della cultura e dell'intelligenza connessa" ("The Skin of Culture and Connected Intelligence"). Già docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II dove è stato titolare degli insegnamenti di "Sociologia della cultura digitale" e di "Marketing e nuovi media".