Valeria Della Valle è stata docente di linguistica a La Sapienza di Roma e autrice di innumerevoli testi accademici e di divulgazione, è stata tra i redattori del dizionario Treccani della Lingua Italiana e ha collaborato a molti programmi RAI dedicati alla lingua.
Nessuno meglio di lei poteva affrontare un aspetto dimenticato ma non certo secondario del regime fascista, come quella della sua manipolazione linguistica.
Un aspetto affrontato da Orwell in 1984 in un paragrafo intitolato “I principi della neolingua” in cui lo scrittore metteva in evidenza come la manipolazione linguistica fosse strategica per il regime totalitario descritto nel suo romanzo.
La professoressa Della Valle lo fa in un documento audiovisivo con l’ausilio dello sterminato archivio dell’Istituto Luce e del regista Vanni Gandolfo.
La cosa curiosa è che l’Istituto Luce fu uno dei cardini della comunicazione fascista attraverso il cinema e il giornalismo cinematografico ed oggi, in un clima diametralmente opposto, partecipa attivamente a quella manutenzione della memoria che è alla base della vita culturale di un paese.
Per dare un ausilio ulteriore al ricordo storica ho intervistato anche il professor Alberto Asor Rosa che, come racconta lui stesso, all’epoca era un bambino e un adolescente, ma che ha vissuto sulla propria pelle la pervasività di una dittatura che, oggi, sembra essere stata edulcorata dal tempo trascorso.
Il documentario si intitola ‘Me ne frego – Il fascismo e la lingua italiana‘ ed è stato pubblicato e distribuito nel 2014.
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