Da quattro anni a pieno regime, EIT Digital, organizzazione di sostegno e promozione dell’innovazione tecnologica a livello europeo procede a gonfie vele. Sta implementando startup in tutta Europa (un buon numero in Italia) e sta formando personale di alto livello per mantenere sempre alta la tensione ad innovare: la missione che ha come stella polare è, infatti, quella di spingere la crescita dell’innovazione nelle tecnologie digitali ed il talento imprenditoriale per lo sviluppo economico e la qualità della vita in Europa.
Il suo CEO, l’olandese Willem Jonker traccia con noi un bilancio dei traguardi e delle proiezioni future. Lo fa con entusiasmo, perché anche l’entusiasmo è un valore aggiunto che conferisce alla tecnologia lo sprint per costruire il futuro.
“Il nostro obiettivo – dice Jonker – è quello di dare una grande spinta all’imprenditoria digitale: abbiamo fondato tre scuole, una Master School diffusa in Europa che ci ha consentito di creare 230 imprenditori in 7 Paesi europei; inoltre, stanno svolgendo presso i nostri Centri formativi 150 dottorandi. Intendiamo costituire la spina dorsale tecnologica in Europa, sostenendo lo sviluppo di più di 200 startup. Naturalmente, non partiamo dallo stadio ‘prato verde’, ma ci attiviamo su startup che abbiano già prodotti e clienti, aiutandole ad ampliare il loro mercato a livello europeo”.

Insomma, vi ponete come un collante per lo sviluppo tecnologico europeo?
“Esattamente. Lo facciamo sotto diversi profili: collegando tecnologia e imprenditori, consentendo un’omogeneizzazione della diffusione dell’high tech sul territorio europeo; fornendo fondi per la creazione di business. Abbiamo un ruolo peculiare per lo sviluppo di business innovativi attraverso un fund raising a livello europeo, del tutto indipendente dai Fondi UE. Favoriamo, inoltre, lo spostamento di persone e di intelligenze diffondendo le competenze sul territorio continentale. Infine, ci occupiamo d’influenzare la legislazione europea affinché s’innovi sui temi del mercato digitale.

Vi sono anche temi trasversali che fanno parte del vostro ventaglio di attività. Quali, ad esempio?
“Abbiamo circa 50 attività di innovazione in portfolio, riguardo a temi nevralgici, come le smart cities, la salute, gli spazi urbani e gli spazi intelligenti, sollecitando la nascita di startup in questi settori”.

Esiste in altre parti del mondo un’organizzazione vostra omologa?
“Il nostro approccio è costituito da una rete di sistemi interconnessi e puo’ considerarsi di assoluta originalità, tant’è che, con il nostro Centro di San Francisco costituiamo anche un ponte con gli USA, sì da favorire un interscambio ‘virtuoso’.

Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
“Il nostro futuro lo vedo molto chiaramente: continuare a far crescere le nostre scuole, soprattutto quelle rivolte ai professionisti e sviluppare l’e-learning per raggiungere il maggior numero di persone possibile. Intendiamo, inoltre, ingrandirci all’ennesima potenza per quel che riguarda l’imprenditorialità e le attività rivolte all’innovazione”.

 

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Annamaria Barbato Ricci
Annamaria Barbato Ricci è una stimata e nota giornalista italiana, free lance e già capo-ufficio stampa alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dei Trasporti e consulente nello staff di Presidenza dell’UNICEF. E' stata coordinatrice e co-autrice della trilogia “Radici Nocerine: la Storia al servizio del Futuro”, e ideatrice de Le Italiane, un libro che racconta 150 anni di Italia al femminile.