La Scuola Enrico Mattei rappresenta un’esperienza unica in Italia e rara nel mondo. Fondata nel 1957 per volere di quel grande capitano d’industria che fu Enrico Mattei, la Scuola propone un Master in Management ed Economia dell’Energia e dell’Ambiente (MEDEA) oggi approdato alla sua cinquantasettesima edizione. Mattei era un uomo con una visione e un’idea precisa di sviluppo industriale, per la sua azienda e per il suo paese. Egli seppe da subito valorizzare la formazione intuendo le potenzialità di una Scuola di formazione post-universitaria, la prima in Italia, che selezionasse i migliori ingegneri e tecnici per un settore in espansione come quello degli idrocarburi e dell’energia. Lo spirito di quegli anni pioneristici è ben sintetizzato da una frase di Clemente Giusto, allievo del primo anno accademico e in seguito amministratore delegato di una delle società dell’Eni: “Allora tutti avevamo l’impressione che si stesse costruendo per fare l’Italia migliore di quella di prima”. La Scuola è parte integrante di Eni Corporate University, la società di Eni che centralizza per l’Italia e l’estero, le attività di formazione e di reperimento e selezione e gestisce i rapporti con le Università, supportando, in questi ambiti, le divisioni e società di Eni. Un società che coordinando un investimento di circa 75 milioni di euro all’anno in formazione (3,5 milioni di ore di formazione erogate) e curando direttamente la selezione di circa 700 tra specialisti e giovani laureati e diplomati, in Italia e all’estero, testimonia in maniera tangibile il grande impegno che Eni profonde nello sviluppo professionale e manageriale delle proprie persone. Agli albori l’istituzione si chiamava Scuola di studi superiori sugli idrocarburi e assumerà il nome odierno – Scuola Enrico Mattei – nel 1962, subito dopo la tragica morte del fondatore. Già all’origine, la Scuola era caratterizzata da alcune peculiarità che, ancora oggi, la contraddistinguono. Da subito, infatti, Mattei volle imprimere una forte dimensione internazionale, offrendo borse di studio non solo ai più promettenti ingegneri, economisti, chimici, geologi e tecnici di casa nostra, ma anche a studenti che provenissero dai più svariati paesi del mondo. Per usare le parole che lo stesso Mattei rivolse agli allievi della Scuola nel 1960, in occasione della cerimonia di apertura del IV anno accademico: “Teniamo a che si formi una più ampia conoscenza fra gli uomini, tra noi italiani e tra voi giovani di altri paesi… per lo sviluppo della tecnica moderna come, e anche soprattutto, per l’avvenire del nostro Paese”. L’approccio di collaborazione tra culture e mondi spesso distanti ha dato luogo ad una formazione caratterizzata da un tasso di internazionalità elevatissimo. Nei suoi quasi 60 anni di storia, infatti, la Scuola Enrico Mattei ha erogato oltre 2.800 borse di studio a giovani laureati provenienti da 110 paesi del mondo. Il melting pot culturale è ben descritto dai molteplici incontri di business che, quasi quotidianamente, coinvolgono gli ex allievi della Scuola, in Italia e nel mondo, a volte su fronti opposti. Sono numerosi i casi nei quali, nel corso lunghi ed estenuanti processi di bargaining, i negoziatori scoprono – con indiscutibile beneficio per il clima dell’incontro – di essere stati in anni diversi allievi della stessa Scuola. Analogamente, si potrebbe dire di altri aneddoti che narrano di tecnici, che scoprono la comune esperienza presso la Scuola, in volo, sui sedili di un aereo, mentre fanno un field trip geologico, oppure all’interno di un campo di petrolio posizionato nel cuore del deserto, oppure sui tavoli di un authority. In ogni caso, si tratta di storie che – nel solco della visione originaria di Mattei – dicono di proficui scambi culturali ed umani, di dialogo e di collaborazione tra i popoli, di business, certo, ma anche di amicizia.La dimensione internazionale del MEDEA è stata ulteriormente potenziata negli anni recenti. Nel presente anno accademico (2015-2016) sono presenti ben 11 nazionalità (Angola, Congo, Ghana, Indonesia, Kazakistan, Italia, Mozambico, Myanmar, Pakistan, Turkmenistan, Vietnam). In tale crogiolo di diversità alimentato da culture, background, punti di vista, etiche e religioni diverse – e chi opera nel campo dell’energia sa quanto l’elemento etico-religioso sia rilevante – cinquanta giovani laureati stanno studiando insieme, sperimentando un mix di learning by doing, team work, metodologie, software specialistici, project work, linguaggi che hanno come unico obiettivo la loro crescita professionale ed umana. L’eterogeneità culturale sul fronte della domanda – gli studenti – ben si coniuga con la qualità sul fronte dell’offerta, ovvero dei docenti. Negli anni hanno insegnato alla Scuola studiosi di alto livello quali, ad esempio, Sylos Labini, uno dei maggiori economisti italiani di sempre, James Buchanan, premio Nobel per l’economia, o, venendo ai nostri giorni, Robert Grant, uno dei maggiori studiosi di management strategico del mondo. Alla Scuola, inoltre, si sono formate personalità di rilievo, quali ad esempio Kandil Abdel Hadi, già Ministro del Petrolio dell’Egitto, e Alberto Clò, uno dei maggiori studiosi di energia nel panorama internazionale e già ministro dell’industria per l’Italia. Inoltre la Scuola, all’insegna di un processo di innovazione continua, ha rinnovato profondamente i propri programmi, dando ampio spazio, nel 1991 – un anno prima della leggendaria conferenza di Rio De Janeiro sull’ambiente – ai temi della sostenibilità e della corporate social responsibility. Oggi, a distanza quasi sessant’anni dalla fondazione, in tempi di ‘fuga di cervelli’ e brain drain, lo spirito originario della Scuola continua a vivere e a produrre i suoi effetti positivi. Infatti, nel mezzo della più grave crisi dal dopoguerra, in un clima di sfiducia generalizzata e pessimismo sulle prospettive di crescita del sistema economico occidentale – e del Paese Italia la Scuola Enrico Mattei rappresenta un’eccezione d’eccellenza, offrendo ogni anno circa 40 borse di studio per una formazione specializzata nei settori strategici dell’energia e dell’ambiente. In tempi di crisi e di mercato del lavoro difficile, il MEDEA rappresenta una splendida eccezione e anche una possibilità di segnare nuovamente la via, come voleva il suo ideatore, in un settore soggetto a profonde dinamiche di cambiamento, a volte esponenziali, che determineranno negli anni a venire forti e repentini mutamenti strutturali.