2007: ho incontrato Giovanni Giovannini era scettico su Skype e tutte le modalità di conversazione senza faccia a faccia. Diceva: “Come faccio a capire se qualcuno mi sta mentendo? Attraverso lo schermo non è possibile percepire i cambiamenti di espressione”. Io ero e sono entusiasta della ubiquità che viene dalle tecnologie. Oggi quando l’infrastruttura tecnologica non permette ai software di funzionare al meglio, mi arrabbio molto.
Sono dunque entrato nel mondo dell’Osservatorio TuttiMedia e di Media Duemila più o meno otto anni fa, e ci sono rimasto perché mi ha appassionato. Nel 2016 festeggiamo i primi venti anni dell’associazione TuttiMedia che ho definito l’unica associazione di coopetitor, competitori che collaborano. Inizialmente la mia idea è stata accolta come uno slogan divertente, ma oggi si presenta come una descrizione perfettamente pertinente. Ecco perché questo anniversario importante lo dedicheremo alla cultura della convergenza. Non vogliamo più vivere in due ambienti culturali più, o meno separati. Da un lato il mondo materiale, fisico, e dall’altro il mondo virtuale. Queste due culture non sono ben bilanciate. L’idea di cultura tradizionale è legata a nozioni di letteratura, di arti e di beni culturali e sostiene funzioni creative legate al passato. Invece, il digitale crea in tempo quasi reale la sua cultura, fatta d’innovazione permanente e di cambiamenti sociali e psicologici senza precedenti e generalmente sconosciuti.
Non vogliamo ignorare questa cultura che è in corso di formazione e che ci vede vivere in tre spazi: materiale – mentale – virtuale. Anzi vogliamo trovare un punto di convergenza fra i due emisferi, vogliamo studiare modi di avvicinare queste due culture separate. Un processo utile anche a riaccendere la scintilla creativa in Italia a sostegno di un ambiente culturale in cui realizzare progetti innovativi.
Oggi Renzi ci da ragione, addirittura trova dei soldi da destinare ai neo diciottenni per non dare loro alibi e spingerli a partecipare agli eventi culturali.
Noi in più vogliamo capire perché i nostri giovani si sono allontanati dalla cultura? Per il rallentamento nell’economia? Perché hanno un’idea diversa relativa al concetto di cultura?
Ci adopereremo per scoprirlo. Con OTM possiamo spingere la creatività o meglio l’innovazione sociale a tutto tondo. Ci troviamo al tipping point di una ridefinizione dell’impiego, della produzione, dell’innovazione e della stessa creatività. Oggi l’arte è ben più di una necessità; ma le vecchie logiche tayloristiche impongono ancora una rigida separazione tra mondo del progetto-prodotto e mondo della creatività.