Che cos’è per lei la cultura dell’innovazione?
Penso all’esempio degli Stati Uniti. Penso cioè a un paese in cui Google eTwitter vengono messi in piedi da ragazzi e riescono a diventare un businessmondiale. È chiaro che un fenomeno del genere può nascere solo ad alcunecondizioni: investimenti cospicui nella formazione, un legame saldo tra ricercae produzione e, soprattutto, capacità di tradurre in fatti le intuizioni creative.Queste condizioni in Italia oggi non esistono. Ecco, mi piacerebbe portarenel Lazio un po’ dell’agilità e del pragmatismo degli Stati Uniti.
Quanto conta in politica la tecnologia? Come se ne serve per la sua campagnaelettorale?
Moltissimo. Non a caso i Radicali, con Agorà, sono stati tra i primi a farneuso in Italia. Internet, per esempio, toglie qualsiasi alibi alla mancanza di trasparenzae di rendicontazione. Ma quello che più mi interessa è l’enorme impattodemocratico e libertario della tecnologia. Non credo sia utile metterein piedi un sito posticcio per promuovere l’immagine. Internet è una moltiplicazionedi voci e di sguardi sul mondo, che aiuta e facilita la politica. E adar voce al dissenso in regimi totalitari, come abbiamo visto in Cina, Irano durante la “rivoluzione di zafferano” in Birmania. Quando ho dato inizioalla mia campagna elettorale ho fatto un invito non di circostanza: ognunosi senta candidato; ognuno contribuisca come desidera, liberamente. Vadosul Web e vedo video sulla mia campagna, interventi, blog, commenti…Insomma, sono felice che i cittadini abbiano accettato l’invito.
Social Network come nuove forme di comunicazione, utilizzati soprattutto daigiovani: come se ne serve la politica?
Lo scopo della tecnologia in politica per me è quello di allargare la partecipazionee l’influenza dei cittadini nelle scelte. Gli strumenti si stanno affinandosempre più e, inevitabilmente, conquisteranno sempre più spazio. Io sto puntandomoltissimo sull’on line, come elemento indispensabile di trasparenza e di buongoverno. Se dovessi vincere la corsa nel Lazio, metterò tutto in Rete, a partiredagli appalti e dalle figure dirigenziali della sanità. E cercheremo di raggiungerei luoghi virtuali in cui i giovani si incontrano e scambiano informazioni.