Catastrofi naturali o di origine umana; stati di emergenza aziendali: se si vanno ad analizzare le cronache quotidiane, la nostra realtà è punteggiata da tali malaugurati accadimenti. La civiltà e la democrazia, però, richiedono di superare gli irresponsabili fatalismi, giacché il progresso tecnologico, nonché le conoscenze umane più avanzate consentono di essere un passo avanti rispetto alle tribù troglodite inneggianti al Grande Spirito.
Esistono discipline previsionali; esistono protocolli di prevenzione, intervento, gestione e ammortizzazione dei contraccolpi sulla popolazione o sulle attività imprenditoriali. Naturalmente, è tutta questione di ‘testa’ e di azione; leadership, lavoro di gruppo, compartecipazione delle competenze, capacità di comunicare in modo tempestivo, e persino precorritore, gli eventi.
Di questo si è parlato lo scorso 3 febbraio a Roma, presso la Libreria del Touring Club, in piazza Santi Apostoli, nel corso della presentazione alla stampa del corso in ‘Security & Safety Management’, organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dalla Scuola Internazionale ‘Etica & Sicurezza’ de’ L’Aquila e da Galdus, istituto di formazione accreditato presso la Regione Lombardia.
L’incontro, con la regia del giornalista di TV2000 Massimiliano Niccoli, ha avuto quali protagonisti un guru della comunicazione in momenti di crisi per aziende e organizzazioni pubbliche come Luigi Norsa e la fondatrice, direttora e docente della Scuola Internazionale di Etica e Sicurezza de’ L’Aquila, Paola Guerra Anfossi, in un ping pong di sollecitanti domande poste da Fabio Tamburini, vicedirettore de’ l’Ansa.
L’obiettivo era quello di verificare come sia possibile prevenire molte delle conseguenze più gravi di fatti di origine naturale o umana, imprevisti o imprevedibili, partendo da una prevenzione attenta e non episodica, forte di un approccio ‘scientifico’ e effettuata con comitati di emergenza (aziendale o negli enti locali) che assommino diverse competenze non mutuabili (diffidare dai ‘faso tutto mi’, che rappresentano la catastrofe prima della catastrofe…) e sappiano comunicare col pubblico di riferimento, come gli stakeholder aziendali o i cittadini, senza sottovalutazioni o manipolazioni mediatiche nel malinteso intento di evitare il panico.
Dopo la prevenzione, c’è poi lo step della gestione della crisi ‘acuta’ e, infine, quello, dalla durata non determinabile a priori, del faticoso ritorno non allo statu quo ante – cosa che gli stessi relatori hanno escluso possa ripristinarsi -, ma a una condizione che gli rassomigli.
Dall’analisi lucida e densa di esempi condotta dai protagonisti dell’incontro – due fra tutti, il terremoto de’ L’Aquila e l’ombra di Banco del famigerato Comandante Schettino e della vicenda dela Costa Concordia; ma Norsa ha anche richiamato il caso Volkswagen, mentre nella mente di ciascuno nell’uditorio fioccavano i richiami ad alluvioni vicine e lontane; a Seveso e persino alla situazione delle bombe ad orologeria del Vesuvio o del misterioso vulcano Marsili nel Mar Tirreno, che potrebbe causare una nuova Atlantide – emergeva che il profilo professionale sviluppato attraverso il corso rappresenta una pietra miliare per la prevenzione e gestione dei momenti di crisi. Le norme in Italia, teoricamente, esistono, ma forse, l’inserimento negli organigrammi di un esperto ‘trasversale’ potrebbe servire a metterle in pratica, in barba a spending review pubbliche e private.
Forse si deprimerà la vendita di corni di corallo scacciaguai, ma si riusciranno a contenere danni economici, strutturali, infrastrutturali e, soprattutto, a salvare vite umane.

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Annamaria Barbato Ricci
Annamaria Barbato Ricci è una stimata e nota giornalista italiana, free lance e già capo-ufficio stampa alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dei Trasporti e consulente nello staff di Presidenza dell’UNICEF. E' stata coordinatrice e co-autrice della trilogia “Radici Nocerine: la Storia al servizio del Futuro”, e ideatrice de Le Italiane, un libro che racconta 150 anni di Italia al femminile.