Si comincia da bambini ad abusare di Internet, delle sue sconfinate praterie, opportunità e trappole.
Il grido d’allarme lo ha lanciato Telefono Azzurro, in un duplice appuntamento, a Milano, l’8 febbraio e a Roma il 9, nella Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari, in occasione del XIII.mo Safer Internet Day.
Le cifre di una ricerca, realizzata da Sos Telefono Azzurro Onlus in sinergia con Doxakids, fanno rabbrividire e, in realtà, non si discostano dalle web dipendenze degli adulti: secondo le risposte al questionario – standard, gli adolescenti fra i 12 e i 18 anni (testando un campione di 600 ragazzi) sono perennemente connessi e, con grande superficialità circa i pericoli di una situazione così critica, la conferma di questa situazione viene da altrettanti genitori fra i 25 e i 64 anni.
Qualche dato? Il 17% dei giovanissimi intervistati dichiara di essere inchiodato tutto il giorno a smartphone e social; 1 su 4 è eternamente online; il 45% si connette più volte al giorno e, in sovrappiù, il 21% soffre di vamping, che non è un’endemia tipica della Transilvania, bensì il sonno notturno interrotto più volte per controllare morbosamente l’arrivo di messaggi sul cellulare.
Il 78% degli autori dei questionari, poi, ammette di chattare continuamente con WhatsApp, utilizzando tale strumento anche per comunicare con i propri genitori, sintomo di straniamento e incomunicabilità emotiva.
Altro elemento fortemente preoccupante riguarda l’età minima d’accesso in Rete, che scende sempre di più. La ricerca, infatti, rivela che il primo smartphone si riceve a 11 anni e ciò, fra l’altro, incentiva anche a barare contro le regole di Facebook che, per policy interna, non ammette l’iscrizione di minori di 13 anni.
I genitori, poi, non è che stiano meglio dei figli: ammettono senza il minimo rimorso di ‘parlare’ con la prole tramite WhatsApp (il 68%) o attraverso altri tipi di chat (il 18%) e il 22% di essi cadono anche loro nella trappola notturna del vamping.
Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, stigmatizza questo crescente protagonismo delle nuove tecnologie e di Internet che, come una valanga, hanno travolto intere generazioni e nuclei familiari: “Essi influenzano – ha detto alla presentazione della ricerca, avvenuta nella giornata milanese – i processi di costruzione d’identità e di socializzazione e stravolgono i riti e i gesti della quotidianità, irrompendo addirittura nelle conversazioni familiari. Di ciò vengono a soffrire anche gli stili educativi, palesandosi i pericoli derivanti da cyberbullismo e consumo delle pornografia on line fino al soccombere all’adescamento pedofilo.”
Il professor Caffo traduce con questi concetti i risultati della ricerca sul versante della sessualità: il 73% dei ragazzi intervistati dichiara – forti dell’anonimato delle risposte al questionario – di frequentare abitualmente siti pornografici e il 28% esprime preoccupazione sull’esserne diventato dipendente; inoltre, l’11% ammette di conoscere qualcuno del proprio giro di amicizie che si dedica al sexting, ovvero all’invio di messaggi sessualmente espliciti o di immagini pornografiche, anche di sé stessi.
Altra piaga è il cyberbullismo: l’11% dichiara di aver subito o di subire in rete attacchi da parte di presunti amici che insultano o deridono, mentre il 32% paventa di diventare bersaglio dei cyberbulli. Il 30% di ‘anime belle’, poi, teme di postare messaggi che possano offendere qualcuno. Un tassello manca: la confessione dei Franti tecnologici che ammettono “Ebbene sì, sono un cyberbullo seriale”.
Questo panorama avvilente, come ha detto la vicepresidente dell’Associazione Sandra Cioffi, ha spinto Telefono Azzurro a sensibilizzare il ventaglio di attori in campo – istituzionali, scolastici, imprenditoriali, familiari – affinché s’impegnino impegnarsi per far diventare Internet un luogo più sicuro per le giovani generazioni.
Alle Aziende, in particolare a quelle del settore tecnologico, è rivolta la ‘Carta di Milano’, lanciata dall’Associazione per salvaguardare il giusto equilibrio tra libertà d’impresa e diritti dei cittadini, innanzitutto minorenni.
Fra gli utenti, inoltre, Telefono Azzurro ha lanciato la campagna ‘Diventa un Digital Supporter’ – #TAdigitalsupporter – attraverso la quale costruire una rete di volontari digitali che diffondano, tramite i social, informazioni e materiali sul tema di Internet sicuro e diventare sensori di rischio, segnalando potenziali pericoli sul sito dell’Associazione www.doitbetter.azzurro.it.
La giornata romana, poi, con la partecipazione di vertici istituzionali come le ministre dell’Istruzione Stefania Giannini e della Sanità Beatrice Lorenzin e il ministro degli Affari Regionali con delega alla Famiglia Enrico Costa, nonché la parlamentare europea Silvia Costa, oltre a numerosi esponenti di organismi internazionali per la protezione dai contenuti illegali online, ha rappresentato l’occasione per richiedere ai tanti stakeholder un impegno costante in materia.
Convitato di pietra, il Garante per l’Infanzia: non perché non invitato o assente ingiustificato, ma semplicemente perché, con uno dei tanti giochi della politica, defenestrato Vincenzo Spadafora, primo presidente che ha inaugurato l’azione dell’Autorità, non è stato ancora sostituito. Naturalmente, dietro le quinte ci sarà una lotta intestina per conquistarsi questa ‘poltrona’, anche fra chi vanterà benemerenze dell’ultima ora. Possiamo ipotizzare che, in pole position, ci sia la vecchina della casetta di cioccolata di Hansel e Gretel.