Bombardati da notizie e informazioni, in futuro continueremo a proteggerci nella “scatola” costruita da motori di ricerca e social network? No, niente affatto. Almeno secondo Kevin Kelly, cofondatore della rivista “Wired” e luminare della “cybercultura”. I filtri che sul web sono utilizzati per delineare gusti e personalità di un individuo, generalmente utilizzati per “targettizzare gli sponsor, ci aiuteranno non solo a tenere il passo con il tempo reale ma anche ad allargare il nostro circolo di empatia, rendendoci più umani.
Si tratta di una visione lontana dai futuri distopici che spesso abbiamo incontrato in tv e al cinema (l’umanità controllata dalle macchine e soggiogata dalla tecnologia), ed è una delle tante considerazioni ottimistiche su ciò che avverrà da qui a pochi anni offerta da Kelly in occasione dell’inaugurazione dell’Experience Center di PricewaterhouseCoopers, aperto a Roma in collaborazione con Google. Lo scrittore, che recentemente ha pubblicato il suo nuovo libro intitolato “The Inevitable”, è stato intervistato da La Stampa e dal Corriere della Sera ed ha risposto ad una domanda in particolare: come sarà il mondo tra trent’anni?
Per Kelly quelli che stiamo vivendo sono anni straordinari per opportunità e benefici portati dalle nuove tecnologie e il cui impatto sulla storia sarà uguale o maggiore a quello della prima rivoluzione industriale. L’Intelligenza Artificiale (Ai) sarà acquistabile come bene di consumo ed applicabile a qualsiasi prodotto o dispositivo e sarà fondamentale insegnarle a pensare in maniera diversa rispetto all’uomo. L’Ai creerà più posti di lavoro di quanti ne distruggerà: l’umanità dovrà soddisfare nuovi bisogni mentre ci rivolgeremo ai dispositivi con i gesti delle mani, mentre combatteremo pericolose cyberwar e mentre gli inserzionisti pubblicitari ci pagheranno per guardare i loro annunci senza più intermediari. Il concetto di “accesso” sostituirà sempre più quello di proprietà: la cosiddetta sharing economy (economia della condivisione) continuerà ad avanzare, ma senza distruggere alcun modello economico tradizionale, senza cancellare il passato. L’inevitabile, di cui Kelly parla nel suo libro, sta nell’arrivo e nella comprensione di quello che lui chiama “Technium”, l’unione tra tecnologia e cultura inteso come un vero e proprio organismo vivente. Insomma, siamo di fronte ad una nuova era e nulla potrà fermare l’avanzata della Technium, nemmeno la privacy. “Un crescente e costante monitoraggio della nostra vita è inevitabile. – ha dichiarato Kelly al Corriere – Nel 2046 sarà facile ed economico seguire la maggior parte delle nostre attività. Ci monitoreremo da soli, lo faranno i nostri amici, le società, i governi. È inevitabile. Potremo solo decidere come farlo”.