NELL’EUROPA DELL’INNOVAZIONE DIGITALE L’ITALIA RESTA INDIETRO.
SOLO DUE DELLE NOSTRE REGIONI TENGONO IL PASSO DEI MIGLIORI.
La Commissione Europea elabora periodicamente un documento chiamato “European Innovation Scoreboard” con cui fornisce un confronto fra le capacità di innovazione dei diversi paesi membri dell’Unione, inserendo anche i paesi EU non membri.
La versione 2016 del lavoro è stata recentemente pubblicata sul sito della Commissione: consultando gli indici di sintesi si ha una immagine immediata della innovatività dei vari sistemi nazionali, che dovrebbe aiutare gli stati a capire come migliorare.
I parametri su cui è strutturata la valutazione sono otto: studio e formazione, il sistema ricerca, la finanza per l’innovazione, gli investimenti aziendali, l’imprenditorialità, i brevetti, l’introduzione di nuovi prodotti sul mercato e gli effetti economici complessivi. La loro misura si basa sui dati ufficiali comunicati dai singoli paesi e immagazzinati in Eurostat.
Anche l’indagine 2016 (come pure le immediatamente precedenti) conferma la scarsa propensione all’innovazione dell’Italia, che si colloca ben sotto la media di EU-28 e decisamente indietro rispetto alle altre “grandi” economie, quelle a noi comparabili.

European Innovation Scoreboard

All’interno degli lista degli stati membri il top-innovator è la Svezia, seguita dalla Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Irlanda.
Per l’Italia le cose vanno invece leggermente meglio se il punteggi non vengono calcolati su base nazionale, ma analizzando le situazioni delle singole regioni.
In tal caso l’Italia può collocare due sue regioni, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, nel gruppo degli “strong innovators”.

European Innovation Scoreboard

Certo le regioni leader restano sempre lontane (Londra, Parigi, Baviera e Berlino, Oslo e nord della Svezia) e in qualche modo inarrivabili (anche se la Brexit creerebbe qualche opportunità per sparigliare i giochi!) ma quantomeno in questa analisi a granularità più fine riusciamo ad avere una presenza nella “parte alta della classifica”.
Andando a guardare i dati di dettagli emerge che il Piemonte, pur essendo uno Strong Innovator, fa misurare una prestazione inferiore dell’8% rispetta alla analisi di due anni fa. I punti di forza del sistema Piemontese sono la percentuale di personale impiegato da industrie “knowledge-intensive”, la presenza di PMI con processo o prodotti innovativi e la capacità innovativa intrinseca presente nelle PMI.
Anche il Friuli Venezia Giulia ha un punteggio complessivo che è inferiore del 10% rispetto a quello che aveva realizzato due anni or sono. Ai due punti di forza identici a quelli piemontesi (PMI con processo o prodotti innovativi e capacità innovativa intrinseca presente nelle PMI) affianca come terzo elemento distintivo la capacità di esportare prodotti con contenuti tecnologici medio-alti.

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Gianpaolo Balboni
Independent Strategic Consultant Università degli Studi di Torino. Strategic Innovation Advisor, Master MAINS - Scuola Superiore Universitaria S.Anna di Pisa. Già in Tim fino al 2016.