Il libro si propone di descrivere cause e conseguenze della così detta seconda guerra fredda, ovvero la nuova situazione di grande attrito tra Washington e Mosca.
L’autore sin dal titolo rivela la sua tesi: i comportamenti in politica estera del presidente russo non costituisco la sola causa del raffreddamento dei rapporti tra Cremlino e Casa Bianca, anzi, spesso essi hanno rappresentato le naturali conseguenze delle scelte compiute dagli americani.

Come accadde per la Guerra Fredda, i punti più importanti della partita vengono giocati Europa. Gli USA, dalla Presidenza Clinton, con manovre economiche e diplomatiche hanno cercato di impedire alla Russia di accedere all’Europa. A rendere esplicita questa scelta americana vi è stato sicuramente l’allargamento della NATO ai paesi dell’Est Europa che ha compromesso il ruolo di Mosca nel vecchio continente.

Caretto, che è stato corrispondente del Corriere della Sera sia da Washington che da Mosca, identifica nella reazione americana alla fine della Guerra Fredda una delle cause principali che hanno portato al nuovo conflitto politico. I presidenti USA, a cominciare dal già citato Clinton, avrebbero trattato la Russia come uno “sconfitto” declassando oltremodo la sua posizione nello scacchiere delle relazioni internazionali. Agendo come “unica superpotenza” gli USA hanno quindi operato senza badare agli interessi degli altri grandi attori internazionali, Russia e Cina in testa.

Particolarmente interessante è la considerazione, più volte ripetuta nel libro, secondo la quale, paradossalmente, la migliore strategia politica americana nei confronti di Mosca fosse quella attuata da Reagan. In effetti, nella vulgata, Reagan appare come il presidente profondamente anti-comunista che ha traghettato con assoluta fermezza il blocco occidentale alla vittoria nella Guerra Fredda. In realtà il “presidente Cowboy” è stato più pragmatico sulla questione sovietica, non mancando di distinguere la lotta al comunismo (attuata non senza ferocia in America Latina) ai rapporti con le Repubbliche socialiste sovietiche. I suoi successori, che non hanno avuto lo stesso paragrammatismo, hanno contribuito al peggioramento dei rapporti tra i due capi della “Linea Rossa”

La stessa Unione Europea, a giudizio dell’autore, non è esente da colpe. Se Americani e Russi non sono riusciti ad accordarsi per una collaborazione e convivenza in Europa, l’UE non ha saputo cogliere l’occasione per fare da ponte alle due potenze, perdendo l’occasione per elevarsi in maniera decisiva in campo internazionale.

Il libro cerca quindi di ripercorrere attraverso le tematiche chiave che hanno coinvolto i rapporti tra l’occidente e la Russia, come la caduta del Muro di Berlino e la fine dell’Urss, la riunificazione tedesca, le conseguenze in Italia della nuova situazione internazionale, oltre alla questione Ucraina che è tornata di strettissima attualità. La narrazione alterna la descrizione dei fatti ai commenti di politologi ed esperti, il racconto di aneddoti vissuti direttamente dall’autore durante la lunga carriera da corrispondente a commenti precisi e chiari. Il tutto all’insegna di una grande onestà intellettuale che caratterizza l’intera opera e che la rende particolarmente godibile per tutti gli interessati al tema.

Non solo Putin. Da Gorbaciov a Putin, da Reagan a Trump. I retroscena dei complicati rapporti America-Russia dall’80 ad oggi: la nuova guerra fredda, Di Ennio Caretto, Biblioteca dei Leoni, pagine 216, euro 16.

Matteo Liberti

 

Non solo Putin

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