Maktoub Islam d’Italia, di Elena Perlino, Cibele Edizioni, pagine 232, euro 32
“Maktoub” significa “è scritto”. È così che gli arabi percepiscono il loro destino.
Elena Perlino accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta della complessa realtà dell’Islam in Italia.
Immagini di ordinaria quotidianità si susseguono pagina dopo pagina, fornendo uno scorcio curioso sulla realtà multiforme che caratterizza l’Islam italiano. Lavoro e famiglia, preghiera e svago, velo e tatuaggi costituiscono un mosaico di pratiche che definisce l’identità, così poliedrica e talvolta contradditoria, dei musulmani in Italia.
Il quadro che ne emerge è quello di una religiosità comune, vissuta in modi diversi. Musulmani che rivendicano l’esigenza di proteggere un’identità percepita come minacciata vivono al fianco di musulmani che lottano per essere riconosciuti come parte integrante della nostra società italiana, cittadini come gli altri.
Se da un lato gli italiani sono diffidenti nei confronti dell’Islam, dall’altro i musulmani temono che la cultura occidentale possa scalfire i loro valori o, al contrario, che la propria identità religiosa possa impedire loro di partecipare alla costruzione della società in cui vivono. Come precisa un imam salafita citato da Bartolomeo Conti: “La paura è dunque reciproca, non è da una parte sola”.
Le difficoltà di conciliare vite parallele e confrontarsi con soggettività in continuo mutamento emergono dai racconti degli immigrati come sfide dolorose che mettono in crisi i loro principi, lasciando cicatrici indelebili.
I pregiudizi e gli stereotipi xenofobi che colpiscono le comunità musulmane appaiono come pericolose risposte a una sfida culturale che vede la demografia italiana in forte cambiamento. Con “la sensibilità dell’artista”, come suggerisce Zouhir Louassini, Elena Perlino lancia un silenzioso ma chiaro monito: l’abbandono delle restrizioni dettate da fanatismi ideologici e l’instaurazione di un dialogo interculturale, fondato su conoscenza e rispetto reciproci, che possa favorire il raggiungimento di una convivenza armoniosa fra i giovani di domani.
Margherita Galassini