“Gestire la paura con i media: fiducia, insicurezza e gestione del terrore”: sotto questo titolo, è stata collocata una mattinata di confronto e discussione fra docenti di sociologia, statistici e giornalisti. Tela di fondo, un’analisi delle paure degli italiani e del loro tasso di fiducia/sfiducia nelle istituzioni e nei media. Terreno di confronto, i risultati derivanti dalle prime attività della ricerca nazionale sulla percezione del terrorismo e sull’impatto della comunicazione e delle reti digitali sull’insicurezza percepita.
Il dibattito aveva una traccia volutamente ambigua ‘mediaterrorismo come serial’, che s’adattava bene sia all’accusa, emersa e documentata con forza, che i media costituiscano cassa di risonanza del terrorismo e amplificatori della paura; sia dalla constatazione, incontrovertibile, che i terroristi sappiano usare in particolare i social media per diffondere i loro messaggi e incutere timore.
Aperta e chiusa dal professor Mario Morcellini, che è ora commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), moderata dalla giornalista della Rai Daniela Orsello, la discussione è partita da rapporti di Mihaela Gavrila (Comprendere e contrastare le rappresentazioni della paura) e Ludovica Malknecht (Contronarrazioni per combattere il terrorismo) e di Barbara Varchetta, che ha introdotto esempi americani. A fare eco, giornalisti come il direttore di TgCom Paolo Liguori.
Molto s’è parlato della doppia valenza del giornalismo e dell’informazione, alleati dei cittadini quando vestono i panni del dottor Jekyll della buona narrazione e fiancheggiatori dei terroristi, quando indossano quelli da Mister Hyde della narrazione truculenta.
Il tutto s’è svolto presso il Centro Congressi del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale della Sapienza di Roma ed è stato collocato nell’ambito del contributo della Sapienza alla Settimana della Sociologia, nel segno più ampio de ‘La sociologia di fronte alla crisi italiana’.