Interagiamo con immagini e difendiamo luoghi mai conosciuti
Massimo Di Felice direttore di Atopos, centro di ricerca dedicato al mondo complesso delle reti digitali con particolare attenzione all’ambiente, è un italiano che vive e lavora a San Paolo. Allievo di de Kerckhove ha promosso due giorni di riflessioni a Roma, presso l’Università Sapienza per parlare dell’impatto dei cambiamenti della biosfera e di come l’uomo non comprenda le sue responsabilità per non immergersi nell’apocalittica, ormai drammatica situazione, di un modello di sviluppo non adeguatamente in sintonia con l’ambiente.
“L’introduzione di nuovi tipi di tecnologie digitali costituisce una trasformazione importante non solo dal punto di vista comunicativo ma anche dal punto di vista dell’idea stessa di tecnica – spiega Massimo Di Felice alla platea formata da ricercatori e professori universitari – due grandi trasformazioni da non separare, perché due facce di una stessa dimensione che riguarda tutta la specie umana”.
Uomo e ambiente: come instaurare un nuovo equilibrio fondato sul rispetto. Di Felice pone l’accento su tre passaggi importanti che stanno modificando i rapporti. Il primo parte dalla tecnica che conduce all’informazione e quindi ad una nuova cultura ecologica legata all’avvento delle reti digitali; il secondo è l’arrivo dell’ internet ecologico ed il terzo riguarda esempi concreti di reti operative ecologiche.
“Il contesto in cui ci troviamo – spiega Di Felice – non è nuovo. Penso all’opera di Gilbert Simondon o Martin Heidegger. Alcuni pensatori occidentali hanno rilevato che la filosofia occidentale non è riuscita a sviluppare l’idea profonda di tecnica, visibile nella difficoltà odierna nel pronunciare e utilizzare il termine “tecnica” non univocamente correlato ad un oggetto. Le parole “tecnica” “natura” e “umano” vanno ripensate”.
Secondo il Di Felice pensiero il nostro problema risale ai greci che hanno creato un linguaggio non adatto alla realizzazione di progetti sostenibili. Porta l’esempio di culture brasiliane, dove la parola natura non esiste, perché vivono una forma di vita altamente in simbiosi con lo spazio. La parola tecnica, dunque, è nuovamente in via di trasformazione rispetto al mondo che definisce perché i processi attuali di costruzione di informazioni e di dati non sono connessi al significato storico attribuitole.
“Il significato di tecnica iniziale è inadeguata – dice Di Felice – se si pensa ad esempio alle biotecnologie, alle nanotecnologie o alle forme di tecnologia biomimetiche. Quello che le frontiere della scienza ci stanno presentando, già da diversi anni, è una nuova forma di comunicazione che introduce un processo di alterazione dello stato di natura. Pensiamo ad esempio alle nuove forme di materia, infomaterie”.
Per quanto riguarda le infomaterie il discorso porta a Marte e le foto diffuse dalla Nasa. Rocce di cui sappiamo quasi tutto: composizione, peso. Addirittura le vediamo attraverso i robot che arrivano su Marte. Materia con la quale possiamo anche interagire, ma che non riusciamo a toccare. L’accesso a questa materia arriva attraverso circuiti di dati, di reti informative con dispositivi che permettono di raggiungerla e vederla e questo vale per tutta la biosfera.
“I miei studenti dell’Università di San Paolo sono attivi nella difesa contro la distruzione della Foresta Amazzonica – spiega Di Felice – ma quasi nessuno c’è stato. L’Amazzonia che oggi difendiamo o l’Antartide che controlliamo continuamente sono dati. La nostra condizione abitativa risulta dalla interazione con informazioni e dati che ci danno la possibilità oggi di raccontare e di poter interagire con la biosfera. L’idea di ecologia oggi è diversa da quella idea romantica di ecologia di un tempo. La digitalizzazione ci sta portando verso un tipo di realtà che non possiamo definire né soltanto materiale né virtuale per via dell’accesso attraverso i dati”.
“Noi abbiamo avuto nella storia di Internet diverse rivoluzioni. Oggi le interazioni di connettività sono diverse, web 2.0, connessione di dati, web semantica, e l’internet delle cose ci ha condotti ai Big Data. Ecco il cambiamento epocale: costruiamo la nostra umanità dialogando con dati e Intelligenza artificiale. Internet non è più solo una rete di pc. È una nuova connessione planetaria che si estende oltre le frontiere della tecnica e si esprime in altre forme di ecologia”.
Ricordando McLuhan per quanto ha elaborato sui cambiamenti apportati dall’elettricità e prima ancora dall’oralità e la scrittura. Le nuove tecnologie stanno cambiando la relazione fra uomo e ambiente attraverso nuove forme di connessioni tra umani, non umani, dati e intelligenza artificiale. Il messaggio che questo convegno vuole trasmettere è che le reti operative ecologiche riescono a connettere dati, persone biodiversità, una delle grandi proprietà della connessione è la capacità di alterare lo status originale, quindi l’uomo connesso è diverso dall’uomo prima della connessione perché ha capacità di interazioni maggiori.
Massime Di Felice racconta della creazione di una condizione abitativa atopica il luogo strano, con condizione abitativa diversa. Le nuove realtà sono figlie di infoarchitetture risultato di interazioni che mettono insieme dati, informazioni, persone, territori e spazi. L’esempio è Pokemon go, esperienza di infoarchitettura che dà la possibilità di interagire con un territorio fisico, trasformato dal flusso di dati imposto dal game. Si percorrono strade per interagire con entità non sono fisicamente presenti. Lo spazio pubblico diventa spazio unico.
Anche ecostistemi ecologici territoriali creano una rappresentazione informativa di spazio composta da vari livelli di informazioni sulla città. Questo territorio digitalizzato è composto di piani infiniti di dati, spazio non visibile a occhio nudo, abitabile attraverso un dispositivo. E poi si arriva alla mappa culturale delle etnie dell’Amazzonia. Grazie a Google è stato riprodotto il loro territorio completamente distrutto dalla deforestazione. https://earthenginepartners.appspot.com/science-2013-global-forest
In fine, ma non ultimo per importanza la possibilità di pensare ad una gestione digitalizzata della produzione e distribuzione dell’energia.
“Le reti operative sono espressioni di una nuova condizione abitativa – conclude Massimo Di Felice – dove non esiste né interno né esterno”.
Alla Sapienza il convegno Reti digitali e tecnologie per la sostenibilità ha riunito esperti di ogni settore e politici fra i quali Massimo Di Felice (Universidade de São Paulo, Brasile) e Derrick de Kerchove (University of Toronto);  Francesca Rocchi (Slow Food);  Claudio Pozzi (Rete semi rurali Italia); Paolo Ermani (Associazione Paea – Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente); Jose Bragança de Miranda (Universidade Nova de Lisboa); Antonio Lumicisi (Roma Capitale, Coordinatore PAESC) e Mariella Nocenzi (Sapienza Università di Roma, Osservatorio Sostenibilia).

Giuseppina Montanari (Assessora alla Sostenibilità ambientale del comune di Roma); Massimiliano Garri (ACEA); Daniela Patrucco (Vice Presidente ReteEnergie Soc. Cooperativa Retenergia);  Antonio Lumicisi (Roma Capitale, Coordinatore PAESC); Mariella Nocenzi Sapienza Università di Roma; Alessandro Cagnolati (Repair Café); Stephane Hugon Ceaq Sorbonne – Eranos Paris.

Fra i progetti di sostenibilità  illustrati ci sono quelli della Fondazione Lars Magnus Ericsson con l’ing. Cesare Avenia, dell’ENEADivision Biotechnology and Agroindustry, con Luca Landi, di Acea con Massimiliano Garri, CEO Office-Innovazione, dellaBanca Etica con Nicoletta Dentico e di Eranos-Paris con Stéphane Hugon.

Massimo Di Felice

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.