Alle ore 18 di domenica 10 dicembre 2017 è avvenuto il primo scambio di bitcoin su un mercato ufficiale e regolamentato, la Chicago Board Options Exchange, come deciso dalla Us Commodities and Futures Trading Commission. Si è trattato di uno scambio di future sulla moneta virtuale, ovvero una tipologia di contratto che prevede che il prezzo di un bene sia il frutto di un accordo tra acquirente e fornitore. Una sorta di scommessa, insomma, solitamente utilizzata per materie prime come petrolio, oro o cacao. I future saranno disponibili fino a gennaio e l’andamento è più che promettente: il contratto ha aperto a 15mila dollari, è salito in pochi minuti ad oltre 16mila.

Ma su cosa si sta scommettendo? Cosa sono i bitcoin? Si sa che potrebbero rivoluzionare scambi e transazioni, e i suoi fan più accaniti elogiano il fatto che, senza un ente centrale come le banche e meccanismi finanziari, i bitcoin non possono essere bloccati o sequestrati e che tutto è trasparente. Ma è davvero cosi? Partiamo col dire che il bitcoin è una moneta elettronica ideata nel 2009 da Satoshi Nakamoto, pseudonimo con cui è noto l’inventore. Si tratta di una criptovaluta che utilizza la crittografia per validare le transazioni e generare nuova moneta. Altra caratteristica è il tetto massimo di quantità di moneta che sarà in circolazione: per i bitcoin non si potrà produrne più di 21 milioni e attualmente in circolazione ce ne sono circa 17 milioni. Non è l’unica criptovaluta, ne esistono molte altre come Ethereum, Litecoin e Monero.

È possibile effettuare pagamenti online grazie a programmi che fungono da portamonete. Anche in Italia sempre più esercizi, soprattutto legati al turismo e all’informatica, decidono di accettare pagamenti in bitcoin. L’operazione è semplice, equivale a mandare una mail o a scansionare un codice. L’entusiasmo è frenato solo dal fatto che a livello fiscale è presente un vuoto normativo.

I bitcoin vengono prodotti attraverso una procedura chiamata mining informatico. L’estrazione avviene attraverso la risoluzione di equazioni complesse che richiedono potenza di calcolo, dispendio energetico e la messa in rete di numerose cpu. Tale dispendio di risorse economiche si tramuta nella creazione di un bitcoin. La risoluzione di un blocco di equazioni genera un bitcoin che sarà spartito poi in funzione del contributo di ognuno dei minatori riunitisi nelle cosiddette mining pool. La difficoltà di calcolo necessaria aumenta con l’aumentare della potenza della rete di minatori, così che il sistema resta concorrenziale e si autobilancia in maniera positiva.

Le transazioni di bitcoin avvengono attraverso la tecnologia informatica blockchain o Distributed Ledger Technology (Dlt), nata insieme alla moneta virtuale di cui stiamo parlando. La blockchain è un registro distribuito e condiviso da tutti gli utenti. Tutti cioè vengono informati dell’acquisto o della vendita di un bene tramite bitcoin e devono validare il registro aggiornandolo. È una tecnologia rivoluzionaria per il mondo della finanza, perché non ci sono enti di controllo ma si cristallizza l’operazione che viene certificata da tutta la rete. Nonostante questo, è nella blockchain che è stata individuata una criticità non tecnica bensì etica: il registro è trasparente perché lo scambio è certo e certificato, ma ciò non vale per i soggetti coinvolti.

Insomma se il fenomeno bitcoin sarà un investimento sicuro, una bolla speculativa o se ancora si trasformerà in forme di riciclaggio dai contorni oscuri sarà solo il tempo (e il mercato a questo punto) a dirlo.

Scopri le ultime innovazioni a questo link

bitcoin

Articolo precedenteTeen Vogue che chiude il cartaceo lascia l’ultima parola a Hillary Clinton
Articolo successivoIndustria 4.0 vista dai protagonisti: Perani (ABB) – Bianco (Federmanager) – Clerici (CESI) – Lo Presti (STMicroelectronics) – Calcagnini (ISS) – Vizzarri (Tor Vergata)
Francesco Ferrigno
Giornalista, esperto di comunicazione, copywriter. Laureato in Scienze della Comunicazione e successivamente specializzato in digital journalism e content marketing. Collabora con diversi quotidiani, portali web e agenzie di comunicazione, tra cui Media 2000, Antimafia 2000, iGv Network, Il Mattino.