DVB-T2 Digitale terrestre di seconda generazione (Anteprima di un articolo di approfondimento che sarà pubblicato sul prossimo numero di Media Duemila)
Dal 1° gennaio 2017 i fabbricanti di televisori possono vendere solo apparecchi in grado di ricevere i segnali con la tecnologia denominata DVB-T2. Questo nuovo codice di compressione delle immagini si è reso necessario per comprimere il doppio dei canali sulla stessa quantità di banda di trasmissione e liberare la banda 700 (694-790 MHz) a favore delle comunicazioni per smartphone e tablet in 4G e 5G, la cosiddetta connettività mobile.
La tecnologia DVB-T2 sarà collegata all’adozione del codec HEVC (High Efficiency Video Coding), più performante rispetto all’attuale MPEG2/MPEG4.
L’operazione ha aspetti legislativi e tecnologici ancora da precisare completamente. Le procedure di intervento da parte delle autorità (Governo e Agcom), anche se spalmate nel tempo, richiedono una preparazione urgente. In questa occasione si vuol segnalare che non si tratta solamente di nuovo standard di trasmissione, ma di un globale riassetto del sistema televisivo, che riguarda la copertura dei segnali, i titolari di licenza (nazionale e locale), le modalità di trasmissione (fisso e mobile), l’assegnazione delle frequenze (anzi: delle concessioni di capacità trasmissiva), le quote di programmi di servizio pubblico, le interferenze con i segnali dei Paesi limitrofi, la qualità delle immagini (Ultra HD e 4K), gli investimenti industriali statali e infine anche i contributi per la rottamazione dei vecchi apparecchi di ricezione.
E’ previsto che il segnale digitale terrestre con la nuova tecnologia sia avviato definitivamente il 1° luglio 2022. Le decisioni da prendere sono numerose, urgenti e necessitano certamente di dibattito, sia per gli operatori che per i consumatori. Gli articoli della Legge di Bilancio 2018 (la cosiddetta “Finanziaria” o “Legge di stabilità”) già stabiliscono un indennizzo alle emittenti locali di oltre 300 milioni di euro, mentre per i consumatori finali (i proprietari di televisori) meno abbienti sono stati stanziati 100 milioni di euro nel periodo 2019-2022.
In breve, nel 2018: il Ministero per lo Sviluppo Economico e l’Autorità di Garanzia per le Comunicazioni devono definire le procedure di gara per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze entro fine marzo; entro fine maggio l’Agcom deve adottare il nuovo Piano nazionale delle frequenze. Il Ministero entro il 30 giugno assegnerà i diritti d’uso in banda 700, mentre entro fine settembre stabilirà i criteri di assegnazione delle frequenze (470-694 Mhz) agli operatori nazionali. Il nuovo piano di numerazione dei canali (telecomando) sarà definito entro fine novembre.
Nel 2019: Il Ministero rilascerà i diritti d’uso delle frequenze 470-694 Mhz agli operatori nazionali entro febbraio; per gli operatori locali entro giugno.
Grandi lavori in corso, quindi, e non mancheranno critiche di parte, speriamo insieme a suggerimenti positivi.
Nel prossimo numero di Media Duemila pubblicheremo un’intervista con Alberto Morello, Direttore del Centro Ricerche e Innovazione tecnologica della Rai e con Franco Siddi, Presidente di Confindustria Tv.