di BRUNO LAMBORGHINI

 

  I Comuni italiani rappresentano il diretto collegamento della Pubblica Amministrazione con i cittadini e le imprese, un collegamento che deve divenire sempre più interattivo ed in grado di ascoltare e rispondere (sense and respond come dicono i guru del marketing oggi) per soddisfare la domanda effettiva di servizi e di relazioni.
I Comuni italiani sono troppi: 8000, oltre il 90% di dimensioni minime difficilmente in grado di gestire servizi adeguati. Ma sembra irrealistico pensare di eliminarne una parte o di fonderli tra loro. Le radici locali sono troppo forti e vi sarebbe una sollevazione popolare.
Come si può affrontare allora questa frammentazione che se permane non sarà in grado di affrontare i crescenti impegni affidati alle comunità locali dal processo di decentramento federalistico?
Vi è l’esigenza di restituire loro risorse fiscali per evitare che con le attuali limitate disponibilità, i comuni siano costretti a bloccare anche i servizi di prima necessità. Ma vi sono anche soluzioni tecnologiche che potranno consentire ai Comuni di superare i limiti della loro dispersione e di fornire servizi di massima utilità a cittadini ed imprese.
Alcuni raggruppamenti di Comuni hanno già avviato interessanti esperienze che devono moltiplicarsi. Si tratta di sviluppare progetti che si possono definire come lo sviluppo di Comuni Virtuali Digitali, ovvero reti di servizi che unificano diversi Comuni.
Il Comune Virtuale si costruisce attorno ad infrastrutture di reti digitali ed a servizi condivisi. Alcune esperienze stanno sviluppando proprie reti di comunicazione a banda larga con tecnologia wireless (Wi-Max o Wi-Fi) che si integrano con tecnologie DSL messe a disposizione da operatori TLC.
Lo sviluppo di proprie infrastrutture condivise consente di meglio adattarle ai servizi che vengono richiesti. Ad esempio, alcuni gruppi di Comuni considerano servizio prioritario la Telesorveglianza per affrontare i problemi della sicurezza dei cittadini, mentre altri considerano prioritari i servizi di Teleassistenza per gli anziani o gli handicappati. Quindi, appare evidente l’esigenza di progettare assieme le caratteristiche tecnologiche delle reti infrastrutturali e gli specifici servizi richiesti. In alcuni casi questi progetti richiedono la possibilità di creare Centri di Servizi di rete in forma di consorzio tra i Comuni interessati ed anche con l’ASL locale, Centri che operano per lo sviluppo e la gestione del Comune Virtuale Digitale utilizzando anche posti di call center e di Telesorveglianza, dando in questo modo anche occupazione a molti giovani e tecnici ICT. Analogamente, molti Comuni hanno creato Portali per la comunicazione con i cittadini, portali che spesso per ragioni economiche hanno difficoltà di gestione, non vengono frequentemente aggiornati e non riescono a creare momenti di dialogo utile con i cittadini o con le imprese del territorio. Vi è poi una grande disomogeneità tra i Portali dei diversi Comuni peggiorando quindi le possibilità di interazione tra enti diversi, tanto che recentemente ad opera della DigitPA sono state emanate opportunamente delle linee guida per armonizzare i Portali della PA.
La creazione di Comuni Virtuali Digitali raggruppanti più Comuni, senza togliere le radici locali di ciascuno di essi, può facilitare l’introduzione di Portali sempre aggiornati e innovativi di dialogo con i cittadini, la messa a disposizione di servizi unificati con immediati effetti di efficienza dei servizi e di netta riduzione dei relativi costi.
Un numero sempre crescente di Comuni ha compreso la necessità di superare le rivalità locali (purtroppo spesso difficili da eliminare) per sviluppare servizi comuni attraverso forme condivise di gestione delle risorse energetiche (fotovoltaico) e delle fonti di acqua microfiltrata a chilometro zero. È quindi pensabile che lo sviluppo di Comuni Virtuali Digitali tra comuni diversi sia la strada da percorrere per rispondere ad una domanda che nasce dagli stessi cittadini e dalle imprese. Occorre peraltro che tali iniziative spontanee siano rafforzate e sostenute da azioni ed interventi degli organi nazionali e regionali di governo.

 

Bruno Lamborghini

vice presidente di AICA

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