Francesco Fresi, “L’Unione europea: Roma 1957-2017”, 2017, pag. 285, euro 32.
Francesco Fresi definisce la celebrazione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma il 25 marzo 2017 come un simbolo, oltre che una ricorrenza: “Ricordo perfettamente la commozione della gente e delle stesse Autorità perché quel giorno di sessant’anni fa io c’ero!”. Il suo ‘L’Unione europea: Roma 1957-2017’ è un volume che oscilla tra l’attualità e la memoria storica. L’autore racconta in prima persona e scandisce in modo accurato gli avvenimenti che hanno fatto la storia dell’Unione europea e della politica internazionale.
Partendo dal Manifesto di Ventotene del 1941, passando per il Piano Schumann del 1950 e i Trattati di Ampliamento della Comunità nel ‘72, Fresi approda a riflessioni su questioni attuali dell’integrazione europea che affrontiamo ora, inevitabilmente connesse agli ideali di unione e di pace – che da più di 60 anni, ormai, è presente in Europa – portati avanti dai padri fondatori, che hanno posto le basi del processo di integrazione fino a portarlo allo stadio di realizzazione odierno. Insieme a numerosi altri personaggi, di cui sono presenti anche diverse foto nel volume, l’autore cita, oltre a Spinelli e Schumann, Jean Monnet, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi.
Francesco Fresi è uno degli ultimi testimoni diretti della firma dei Trattati di Roma, l’atto che creò la Cee, la Comunità economica europea, il 25 marzo 1957 in Campidoglio. Al tempo faceva parte della delegazione italiana in quanto componente della segreteria particolare dell’allora presidente del Consiglio Antonio Segni.
Per l’autore i Trattati “hanno decretato la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova avventura: per le nostre Nazioni, per i nostri Paesi e per l’Europa intera”. In pensione dal 2001 e con i suoi 89 anni, Fresi, oggi, attraverso il suo lavoro scandito in vividi ricordi, ci dimostra quanto sia importante e fondamentale ricordare e preservare la nostra memoria di fatti storici che hanno influenzato e continuano a influenzare gli equilibri geopolitici odierni.
Nella parte finale del libro, le riflessioni dell’autore su alcune delicate tematiche che toccano l’Unione europea si concentrano soprattutto nell’approfondire “La sfida della ‘Brexit’” – in merito alla quale parla di “disinformazione destabilizzante” e “disaffezione della gente verso l’Unione”, trattando anche la difficoltà dei negoziati e le eventuali conseguenze di questo evento – e “La sfida delle migrazioni bibliche”, nella quale sostiene abbia un ruolo chiave la creazione di un “fondo di Sviluppo per l’Africa” che aiuti i Paesi di quel continente “con compiti, risorse finanziarie e strumenti d’intervento simili a quanto fu messo in opera col Piano Marshall in Europa, alla fine della guerra”.