Si è più volte notato come viviamo in un mondo dove il cambiamento, anche repentino, stia diventando ormai la regola che dirige i rapporti sociali, economici e perfino climatici del nostro pianeta. Vedere però Trump e Kim Jong-un stringersi la mano tra sorrisi e sguardi amichevoli ha davvero del sensazionale: abbiamo ancora tutti negli occhi e nelle orecchie i proclami bellicosi dei due leader di soli pochi mesi fa, dove a colpi di tweet e messaggi in Tv, si dichiaravano pronti ad affrontarsi in una battaglia nucleare all’ultimo missile, con tanto di test di razzi a lunga gittata e manovre simulate di sommergibili e portaerei. La minaccia di una guerra imminente era assolutamente tangibile e concreta. Stacco: 12 giugno, isola di Sentosa (Singapore), ore 9 del mattino; sul patio del Capella Hotel, completo di tappetto rosso e bandiere degli Stati Uniti e Nord Corea sullo sfondo, Donald Trump e Kim Jong-un si incontrano e si stringono la mano, immortalati da telecamere e fotografi che registrano l’evento; è la prima volta che un presidente statunitense in carica incontra un dittatore nordcoreano. I due leader restano a passeggiare da soli per circa 40 minuti, poi ha inizio la riunione con le ispettive delegazioni: tema principale e, sorprendente, viste le premesse di qualche mese fa, la denuclearizzazione della Nord Corea. Apre così Trump alla fine del vertice, parlando alla stampa: “Kim vuole la denuclearizzazione e la pace più di me, sa che sarà un bene per il suo popolo. Abbiamo sottoscritto un documento di ampio respiro, credo che lui onorerà gli impegni”. Gli fa eco Kim: “Abbiamo avuto un incontro storico, abbiamo deciso di lasciarci il passato alle spalle, abbiamo firmato un documento storico, il mondo vedrà un importante cambiamento”.
Non sono stati divulgati i dettagli del documento, ma la sostanza parla di una promessa di avvio del processo di denuclearizzazione nord coreano in cambio della cessazione delle manovre congiunte tra americani e sudcoreani al confine.
Mike Pompeo, il Segretario di Stato di Trump è molto diretto: «Il presidente vuole la denuclearizzazione completa e verificabile della Nord Corea. In cambio offriamo garanzie di sicurezza al regime. Ma solo quando avremo le prove di questa denuclearizzazione finiranno le sanzioni».
Adesso il negoziato prenderà ufficialmente avvio, con la discussione che entrerà nei dettagli: se Trump riuscirà laddove gli altri prima di lui (da Clinton a Obama) avevano fallito, saranno i prossimi eventi a chiarirlo, ma è indubbio che si siano gettate le fondamenta per un dialogo finalmente costruttivo e di pace, con interessi reciproci.
I due leader hanno lasciato Singapore intorno alle 20 ora locale, mentre Trump informava di aver invitato Kim alla Casa Bianca: con l’auspicio che l’invito venga accettato.