Nuove professionalità per nuovi giornalisti. Come cambia il modo di fare informazione con le nuove tecnologie? Incontro che si è tenuta presso la FNSI. Contro le profezie sulla morte del giornale tradizionale interviene Derrick de Kerckhove: “la carta crea comunità perché crea un sentimento di appartenenza all’ambiente sociale, culturale e geografico”. Franco Siddi (FNSI), auspica alleanze tra editori e giornalisti per fronteggiare un presente incerto. Giulio Anselmi (Ansa): “Spero che editori, direttori, colleghi tutti, abbiano davvero la capacità di percorrere la multimedialità (cioè il giornalista che scrive, fotografa, registra) non come strumento di riduzione dei costi, ma come intelligente declinazione dell’informazione che è necessaria”. Francesco Passerini (Osservatorio TuttiMedia): “E’ l’ora di immaginare il futuro, cercando, creando, inventando anche con i tanti giovani che vedo qui in sala”. In controtendenza c’è poi l’esperienza de La Gazzetta di Parma, un giornale che non conosce la crisi, raccontata dall’A.D. Federico Costa. Paolo Liguori (TgCom) contesta la parola “nuovo giornalista”, da sostituire con “multimediale”. Sulla distinzione tra giornalismo e pubblicità interviene Paolo Lutteri, di Sipra, che parla di due facce di una stessa medaglia, quella dell’informazione, e auspica per entrambe trasparenza e sostenibilità. Il Presidente FIEG, Carlo Malinconico, invece, focalizza l’attenzione sull’impresa, sugli editori, come punto di partenza per ridefinire la professione giornalistica, mentre Mario Morcellini, Sapienza, segnala che è il messaggio giornalistico a dover essere reinventato e smorza gli allarmismi sulla crisi della lettura. Sulla stessa linea d’onda Michele Mezza (RAI) e Roberto Seghetti (Lumsa) mettono in discussione l’idea di un passato giornalistico da rimpiangere e parlano di un presente ricco di opportunità da sfruttare. Infine Roberto Natale, Presidente FNSI, cinicamente afferma che i giovani non sono interessati all’informazione, e parla di qualità e affidabilità come strumenti per attrarne qualcuno. Sul tema dell’innovazione interviene anche Giuseppe Smorto, condirettore di Repubblica.it che ci racconta l’esperienze del giornale on line più letto d’Italia. Stefano Polli riporta l’esperienza personale di chi ha iniziato a lavorare in un secolo e continua in un altro.

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