Assemblea generale Confindustria Radio Televisioni
Assemblea generale Confindustria Radio Televisioni

“L’informazione locale è un presidio di civismo”. Così ha aperto il suo intervento al convegno di presentazione dell’Indagine Conoscitiva sull’Informazione Locale dell’AGCOM, il presidente di Confindustria Radio e Televisioni, Franco Siddi. “Non si può considerare tutto in termini di sostenibilità economica e di bilancio” continua Siddi, “c’è una necessità, che è quella di un’informazione locale qualitativamente elevata e attendibile. In alcune zone del Paese, soprattutto le aree periferiche e quelle geograficamente più difficili da raggiungere, il Servizio Pubblico (la RAI, ndr) è fondamentale perché i piccoli editori spesso non riescono a mantenere redazioni stabili e ad avere un numero adeguato di collaboratori. Eppure, tra tante difficoltà, le piccole realtà territoriali svolgono un servizio essenziale che lo Stato non può e non deve dimenticare. Spesso sento parlare di ulteriori tagli all’editoria, di attacchi all’informazione che sarebbe, secondo alcuni, “parassitaria”.

Questo discorso è non solo sbagliato, ma pericoloso”. E spiega perché: “da molti anni ormai le grandi testate non percepiscono più finanziamenti pubblici, se non in maniera trascurabile; ma i piccoli editori, quelli che garantiscono una filiera dell’informazione corta, dalla notizia al cittadino senza passare per il calderone della stampa nazionale, essi faticano a trovare dei mezzi di sostentamento adeguati. Spesso sono realtà omnicomprensive, che magari hanno sia un giornale che una piccola emittente TV o radio, in altri casi sono più specifiche ma, a prescindere dall’assetto, sono uno strumento forte e riconosciuto di coesione sociale”. Non ha dubbi il presidente di Confindustria Radio e TV, senza informazione locale si perderebbe un fondamentale fattore di connessione sociale lasciando le notizie locali ai titoletti delle grandi testate nazionali o, peggio, alla mercé di attori interessati.

“Come ormai si è imparato a fare con il cibo”, chiosa Siddi, “bisognerebbe privilegiare il biologico rispetto ai prodotti contaminati, così nell’informazione si deve dare più risalto e valore a chi lavora con passione, nel rispetto della deontologia professionale e con l’obiettivo di fornire un prodotto di qualità alta e affidabile. In questo il governo dovrebbe impegnarsi in prima linea, oltre a garantire, secondo criteri di merito proporzionali ai bisogni e alla grandezza delle aziende, i fondi necessari, dovrebbe attuare una serie di misure che aiutino a fare impresa in questo campo, magari prelevando piccole percentuali, ad esempio dalle fondazioni bancarie che hanno degli obblighi di investimenti in cultura, in genere nel territorio. Ad ogni modo, che siano privati o pubblici, il punto è che bisogna riconoscere il valore, come dicevo all’inizio, civico e culturale dell’informazione locale. Ciò non vuol dire, ci tengo a sottolinearlo, che siccome un soggetto decide di aprire una testata, un telegiornale o una radio, lo stato automaticamente lo deve finanziare. Si tratta, invece, secondo criteri che siano trasparenti e ragionevoli, di distribuire i fondi stanziati affinché sia garantito il pluralismo e il diritto all’informazione dei cittadini, senza cadere mai nella logica clientelare della propaganda o del servilismo. I finanziamenti vanno dati a chi si impegna per un’informazione di qualità, a chi lavora davvero nei territori”.

Prima di terminare Siddi ricorda un aspetto, trattato anche da altri relatori nel corso della giornata: “non bisogna dimenticare che spesso l’informazione locale è più esposta alle rappresaglie delle organizzazioni criminali, pensiamo ad esempio a Michele Albanese, il giornalista calabrese minacciato dalla ‘ndrangheta, che da quattro anni vive sotto scorta e, proprio perché lontano dai riflettori, sconta quotidianamente l’ingiustizia di dover difendere la sua vita da chi vorrebbe impedirgli di fare il proprio mestiere. Eppure Albanese rimane in Calabria, ha scelto di combattere una battaglia dalla sua terra e di continuare a svolgere la professione di giornalista. Noi dobbiamo difendere proprio questo tipo di informazione locale, fatta di uomini e donne coraggiosi che dai territori si battono per informare i propri concittadini, rischiando anche la propria incolumità”.

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Sabato Angieri
Laureato in “letteratura europea” presso l’università “La Sapienza”di Roma è giornalista freelance e traduttore editoriale, ha collaborato a diversi progetti culturali e artistici come autore e scrittore. Attualmente collabora con Lonely Planet come autore e con Elliot edizioni.