Il progetto della rete 5G sta entrando, anche in Italia, nella fase attuativa: archiviata a fine 2018 l’asta per l’assegnazione delle frequenze (record europeo per l’Italia, con lo Stato che ha incassato più di 6 miliardi di euro), i principali operatori del settore mobile (Vodafone, Tim, Iliad, Fastweb, Wind 3) hanno dato il via all’installazione di migliaia di ripetitori per propagare il nuovo segnale in ogni angolo del Paese.
L’obiettivo è rendere attivi i primi servizi ed app già nel corso del 2020, come stabilito il 14 Settembre 2016 dalla Commissione europea in un Action Plan che indicava il lancio commerciale del 5G in almeno una città di ciascun stato membro entro questa periodo. Il 5G è in realtà già attivo, seppur in fase di sperimentazione, nelle città di Milano (assegnata a Vodafone), Bari e Matera (assegnate a TIM, Fastweb e Huawei), Prato e L’Aquila (assegnate a Wind Tre e Open Fiber) sulle frequenze di banda 3,6-3,8 Ghz.
Ma in cosa consiste il cambiamento apportato da questa nuova tecnologia, per cui in molti si spingono a parlare di una vera e propria rivoluzione? Il primo dato, più immediato e tangibile, sarà l’aumento esponenziale della velocità di connessione, che potrà raggiungere i 10Gbps e renderà possibile scaricare in tempi velocissimi quantità di dati enormi e di fruire dello streaming audio e video in modo fluido e continuo, senza rallentamenti o interruzioni. Gli sviluppi più interessanti saranno però nel settore della cosiddetta “Internet of Things”, ovvero i dispositivi connessi alla rete e controllabili da remoto: la struttura del 5G e le sue applicazioni renderanno possibile gestire in modo simultaneo ed efficiente tutti i dispositivi “smart”, come ad esempio gli elettrodomestici di un’abitazione con impianti di domotica o un impianto di condizionamento di un’azienda. Sarà probabilmente il settore industriale quello che trarrà più giovamento dalle possibilità offerte dal 5G, per portare a vero compimento il processo di passaggio ad un’industria 4.0, con la possibilità di maggiore automazione, controllo a distanza delle fasi produttive, diagnosi e riparazione delle apparecchiature, anche a migliaia di chilometri di distanza, con una precisione e un’accuratezza oggi ancora impensabili. Questo grazie al sistema della tecnologia 5G che, come spiega Francesco Sacco, docente della Bocconi e tra maggiori esperti in Italia di banda larga, su Il Sole 24 Ore, “è progettata per poter reggere un numero così alto di connessioni contemporaneamente e un simile traffico. Inoltre, essendo molto più flessibile rispetto al 4G nella gestione della banda, potrà gestire sia le frequenze più alte, che daranno connessioni più veloci, sia le frequenze più basse, che garantiranno la copertura maggiore. In questo modo, proprio come serve all’IoT, il 5G sarà la soluzione più adatta per poter avere ampia copertura, a basso costo è con bassi consumi di energia, anche in presenza di collegamenti molto sporadici”.
Milano, L’Aquila, Matera, Bari e Prato saranno le prime città, nel corso del 2020, ad entrare ufficialmente nella rete mobile 5G, mentre il processo di copertura pressoché globale del Paese potrà dirsi concluso, secondo le previsioni più ottimistiche, non prima della fine del 2022.
Si prevede anche che, entro il 2020, i dispositivi connessi ad Internet supereranno i 20 miliardi di unità, contro i 6.4 miliardi di oggi, mentre l’economia collegata al 5G avrà, nel mondo, un valore di 12 trilioni di dollari: numeri rilevanti, che fotografano in un istante la portata del fenomeno in atto.

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Giacomo Birocchi
Laureato in Scienze della Comunicazione presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. Lavora come Executive Producer presso Duo Art Film, casa di produzione milanese. Attualmente collabora con Media Duemila.