Risultati molto interessanti e, per alcuni versi inaspettati, dalla pubblicazione dell’ultima trimestrale Amazon: il dato che ha colpito maggiormente è stato il balzo in avanti nella casella degli utili che hanno raggiunto il valore di 3,56 miliardi di dollari, con un impressionante incremento del 120% rispetto alla cifra registrata lo scorso anno nello stesso periodo, con utili per azioni attestatisi a 7,09 dollari contro i 4,72 ipotizzati precedentemente dagli analisti, nelle più ottimistiche previsioni.
Anche i profitti operativi sono aumentati in modo netto: da 1,9 miliardi del 2018 agli attuali 4,4 miliardi, con margini in crescita dal 3,8% al 7,4%, mentre il free cash flow ha raggiunto i 23 miliardi di dollari contro i 7,3 miliardi di 12 mesi prima.
Sorprende, invece, negativamente (almeno a prima vista) il dato relativo ai ricavi: 59,7 miliardi di dollari, con una crescita del 17%, quando lo scorso anno era stata del 43% (grazie però anche al boost determinato dall’acquisizione di Whole Foods, nota catena di supermercati, diventata oggi il fiore all’occhiello di Bezos). Amazon precisa che sul fatturato hanno influito cambi valutari sfavorevoli per 1,1 miliardi di dollari: senza di questi la crescita sarebbe stata del 19%.
Quello a cui si sta assistendo è, se non proprio un cambio di rotta, sicuramente una ridefinizione dei campi d’azione del colosso dell’e-commerce, che sta affiancando alla principale attività che lo ha reso famoso in tutto il mondo, ovvero quella della vendita di prodotti online (che ha registrato una crescita contenuta, del 10%, per un valore di 29 miliardi di dollari), altri settori a più alta redditività, che registrano tassi di crescita ben più elevati: un esempio su tutti il settore AWS (Amazon Web Services) dedicato alla vendita di servizi di cloud computing e storage, che ha fatto registrare un incremento dei ricavi del 41% rispetto al 2018, con una cifra di 7,69 miliardi di dollari, e utili operativi per 2,2 miliardi (ovvero circa il 60% degli utili totali).
Questi servizi si stanno rilevando essenziali per le grandi aziende e non solo, in quanto offrono la possibilità di avere a disposizione capacità di calcolo all’avanguardia ed enormi spazi di archiviazione, rinunciando ai costi di installazione e manutenzione domestica di hardware e software. Si tratta di un settore in netta crescita, se si pensa che un altro colosso come Microsoft vi ha investito in maniera decisa con la propria divisione denominata Azure, che nel primo trimestre del 2019 ha registrato un incremento del 73%.
In sintesi, per Amazon meno crescita eclatante dei ricavi (che si sono stabilizzati ormai comunque su volumi considerevolissimi) e più marginalità: meno vendita diretta di beni sulla propria piattaforma online e più affidamento a terzi, con l’incasso delle commissioni sulle vendite.
Le stime per il prossimo trimestre parlano di un valore dei ricavi compreso tra i 59,5 miliardi e i 63,5 miliardi di dollari, anche se Amazon stessa fa sapere che questa previsione è soggetta “A molta incertezza. I nostri risultati sono intrinsecamente imprevedibili e potrebbero essere condizionati significativamente da molti fattori, come fluttuazioni dei tassi di cambio, cambiamenti nelle condizioni economiche globali e nelle spese dei consumatori, eventi mondiali”.
Amazon è cresciuto, punta alla solidità e alla diversificazione, più che ad un continuo ed eclatante aumento esponenziale dei ricavi.

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Giacomo Birocchi
Laureato in Scienze della Comunicazione presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. Lavora come Executive Producer presso Duo Art Film, casa di produzione milanese. Attualmente collabora con Media Duemila.