Se oggi possiamo parlare attraverso un telefono cellulare, scrivere con un computer, scattare fotografie con una macchina digitale, guidare un’auto elettrica e utilizzare tutta una serie di altri dispositivi portatili, che sono diventati parte integrante della nostra vita, lo dobbiamo soprattutto all’invenzione che ha reso possibile immagazzinare l’energia necessaria al loro funzionamento in un piccolo, ma indispensabile componente: la batteria agli ioni di litio. Una scoperta così importante e decisiva che, il 9 ottobre scorso, la Reale Accademia Svedese per le Scienze ha deciso di insignire del prestigioso premio Nobel per la  Chimica gli inventori di questa tecnologia, il tedesco John Goodenough (97 anni), il britannico Stanley Whittingham (78 anni) e il giapponese Akira Yoshino (71 anni), con la seguente motivazione: “Hanno reso possibile un mondo ricaricabile: con il loro lavoro, i vincitori hanno creato le condizione per una società senza fili e libera dai combustibili fossili, portando un grande beneficio per la società” dal momento che questa tipologia di batteria è “Leggera, ricaricabile e potente. Può immagazzinare quantità importanti di energia eolica e solare, aprendo la strada a una società libera dai combustibili fossili”. Dalle età dei tre scienziati si evince come lo sviluppo della batteria al litio sia stato un processo avvenuto nel tempo, un lavoro, per così dire, di gruppo, che ha portato, per gradi, al successo di questa nuova tecnologia: apripista fu Whittingham, che all’inizio degli anni ’70, in piena crisi petrolifera, in cui si cercavano sistemi per la produzione di energia che non ricorressero ai combustibili fossili, mise a punto il primo prototipo di batteria al litio, potente, ma anche decisamente instabile; esplodeva infatti con facilità per via dell’elevata reattività del litio metallico. Il testimone passò nel 1980 a Goodenough, il quale riuscì ad aumentare ulteriormente il potenziale della batteria, rendendo più ampia la gamma di dispositivi utilizzabili, ma restava sempre il problema dell’instabilità. Fu Yoshino, nel 1985, a superare il problema,  eliminando il litio in forma pura dalla batteria, e ricorrendo interamente ai più sicuri ioni di litio, creando così il primo modello stabile a sufficienza per essere lanciato sul mercato: nel 1991 venne commercializzata la prima batteria Li-Ion, da parte di Sony e da allora è stato un progresso continuo, che ha consentito di rendere le batteria agli ioni di litio sempre più compatte, leggere e, allo stesso tempo, performanti. Ai vincitori del Nobel verrà corrisposto un compenso in denaro di 835 mila euro (da dividersi equamente), una medaglia d’oro e un diploma, ma soprattutto il riconoscimento sentito dei consumatori e delle aziende di tutto il mondo, che hanno beneficiato e beneficiano ogni giorno, in modo estremamente pratico e tangibile, di questa determinante invenzione. Come afferma in un tweet Olof Ramström, membro del Comitato Nobel: “Possiamo constatare un effetto grandissimo e incredibilmente rilevante sulla società grazie a questa fantastica batteria”.

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Giacomo Birocchi
Laureato in Scienze della Comunicazione presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. Lavora come Executive Producer presso Duo Art Film, casa di produzione milanese. Attualmente collabora con Media Duemila.