Graziella Tonfoni, allo scopo di ripercorrere le pagine classiche del pensiero scientifico computazionale, si racconta.
Per conservare le tracce, preservando le traiettorie del temerario percorso di ricerca “ad alta interdisciplinarietà” esistono già, catalogate presso prestigiose biblioteche e archivi, le ormai rare copie delle opere originali, con numerosi riferimenti, annotazioni e link.
Così come, grazie all’archivio di Media Duemila cartaceo e online, restano disponibili ai lettori i numerosi articoli, dall’autrice concepiti e composti quando collaborava attivamente a fianco dei fondatori e padri dell’Intelligenza Artificiale, come Marvin Minsky e Patrick Winston, durante i periodi più significativi per lo sviluppo delle Scienze dell’Informazione.
“Nella mia produzione letteraria, che fino dalle origini della mia ricerca, scorreva parallela in modalità discreta, rispetto alle opere scientifiche, esprimo poeticamente, il peculiare intreccio fra biografia e bibliografia. Sono passata dalla narrazione fantascientifica al romanzo di ricerca, dai racconti distopici all’ucronia, attraverso raccolte di poesie di evidente contenuto metaforico, in versioni edite e in manoscritti tuttora inediti.”
“Il periodo strettamente accademico 1983-2015 è caratterizzato da titolazioni complesse, che compendiano più ambiti di ricerca, con tre titolazioni successive: Letteratura Computazionale, Europeistica Contrastiva, Italianistica Scientifica e Divulgativa. Si distingue da quello attuale dal 2016 in poi, che dimostra un impegno specifico nell’analisi del delicato rapporto fra rappresentazione della conoscenza solida, presentazione della informazione liquida e ripercussioni nella previsione e gestione economica delle notizie fluide e stabilizzate”.
“Ho prodotto modelli di selezione, prototipi, destinati a definire evidenziandone le caratteristiche, le differenti condizioni operative, le distinte fasi di una vita dedicata alla ricerca, alla documentazione, alla rendicontazione precisa, alla scrittura della ricerca. Ho realizzato anche alcuni pacchetti in forma di versi, esempi di applicazione di teorie di Information Design, mediante la delineazione di nuovi paradigmi per la gestione delle informazioni complesse e instabili nell’era accelerata post-internet”.
“Nel mio archivio storico privato sono disponibili mappe di navigazione, che non si presentano come scorciatoie approssimative, ma piuttosto risultano fornire chiare indicazioni di traiettoria all’interno di una bibliografia, troppo vasta, per potere chiedere al lettore di conoscerla e consultarla al completo”.
“Negli snodi di percorrenza, con soste di rilettura previste, sono segnalati vari livelli di approfondimento possibili, indicate le distinte tematiche, che corrispondono alle varie epoche di operatività interdisciplinare, al servizio della didattica universitaria avanzata. In particolare, ho osservato, gli effetti collaterali delle accelerazioni estreme, delle interconnessioni ossessive, eccessive, in epoca di Facebook, come si sono materializzate nel settore delle tecnologie della comunicazione, evidenziandone le conseguenze nel comportamento degli utenti”.
“Ho sempre rispettosamente espresso il mio dissenso, in modalità metaforica, poetica, allegorica, documentandone le ragioni, in prosa letteraria, ho indicato la traiettoria, che conduce il lettore a fruire della notizia autentica, identificandola, estraendola da conglomerati instabili, separandola dalle derive ideologiche, differenziando, selezionando i fatti critici mettendoli in salvo dagli smottamenti illogici, che portano alla trasmissione arbitraria di informazioni ad alta volatilità, non verificate, basate su dati parziali, su illazioni e inferenze erronee”.
“Resto attiva nella attenta disamina dei fenomeni di deriva cognitiva e comunicativa che conducono alla proliferazione delle “fake news”, all’instaurarsi pericoloso e pericolante di un regime pauperistico euro-zonale a valutazione unica”.
“Mediante saggi attuali ho proposto strategie di gestione della confusione nel biennio 2018-2019, che definisco come epoca del paradosso iperbolico e del rovesciamento surreale. La mia nostalgia del futuro è quindi ricordo e memoria di quel passato, che ormai appartiene al secolo scorso, caratterizzato dalla evidente passione per la ricerca solida. Eventi precisi e improvvisi hanno modificato il quadro di riferimento”.
La testimonianza storica della scienziata si trasforma in invito a leggere o rileggere ad alta voce pagine oggi definibili “antiche” anche se appaiono in volumi pubblicati, solo uno o due decenni fa. Si tratta di veri e propri “classici del pensiero computazionale” salvati dall’oblio, che narrano, attraverso la testimonianza di chi è stata a sua volta pioniera, le vicende epocali, gli avvicendamenti teorici, le dinamiche didattiche e didascaliche, le pratiche comportamentali, il vissuto mitico, degli anni più importanti e significativi dell’ Intelligenza Artificiale, delle Scienze Cognitive, della Linguistica Testuale Applicata e Computazionale, in una prosa allegorica, che riflette e rilancia in analogie e metafore, le intenzioni autentiche, le prassi corrette, le dichiarazioni esplicite degli scienziati “visionary”, che, fiduciosamente e idealisticamente hanno aperto nuovi orizzonti, indicato prospettive, mai fino ad allora concepibili, procedendo con un lavoro quotidiano incessante, con impagabile impegno, con dedizione unica, dettata dalla passione e dall’entusiasmo.
La prima trilogia di letteratura computazionale italiana, contenuta in due volumi pubblicati da Aracne a Roma, indica come scelta valida e poeticamente corretta, per ovviare all’esproprio culturale in corso, quella di permettere alle nuove generazioni di conoscere quel passato, che, seppure prossimo, era tanto diverso dalla realtà attuale da apparire remoto, perfino archeologico.