CORRADO GHIRARDELLI.

La diffusione delle zone Wi-Fi è una priorità per lo sviluppo tecnologico del nostro Paese. La liberalizzazione dell’ultimo miglio Wi-Fi apre ad un nuovo modo di affrontare il digital divide che affligge il Paese scongiurando il rischio di tagliare fuori dalla “grande Rete” i piccoli comuni e le aree rurali geograficamente disagiate, per le quali una copertura a banda larga tradizionale avrebbe richiesto investimenti infrastrutturali troppo ingenti. “Sono ancora pochi i Comuni che offrono questo servizio – ha detto a Media Duemila Corrado Ghirardelli, responsabile innovazione dell’Unione delle province italiane (UPI) -. Se pensiamo, una delle prime motivazioni di questo ritardo è che non ci sono ancora le infrastrutture per poterlo supportare. Il motivo è che aspettiamo che il governo sblocchi i fondi promessi, ma nella realtà dei fatti il problema è più complesso; poiché anche in zone dove sono presenti le l’infrastrutture (ad esempio in provincia di Brescia in 5 anni è stato coperto il 99% del territorio veicolando 15 mln di euro) non c’è ancora il Wi-Fi libero”.

In un’intervista rilasciata a la Repubblica la scorsa settimana lo stesso Ghirardelli ha spiegato che “i punti Wi-Fi sono come gli autogrill in autostrada. Ma la maggior parte dei Comuni italiani non ha nemmeno l’autostrada, appunto, cioè l’infrastruttura Internet veloce, a cui vanno attaccate le antenne Wi-Fi”. Secondo il responsabile innovazione dell’UPI “il problema è che la normativa in Italia è troppo complessa e non agevola lo sviluppo di servizi Wi-Fi. Questo è dovuto anche al fatto che molte PA locali non hanno compreso che Banda Larga significa sviluppo del territorio e l’Italia non ha capito la necessità di stimolare lo sviluppo economico per attivare maggiori hot spot”. Per superare questa impasse “l’UPI e la commissione all’Innovazione tecnologica, che fa capo al ministro Renato Brunetta, da settembre faranno un censimento di tutti i progetti sviluppati sul territorio. Sarà il primo passo – ha auspicato Ghirardelli – per coordinare tutti poiché sinora i vari soggetti pubblici e privati si sono sempre mossi in modo autonomo.”

La diffusione delle zone Wi-Fi è una battaglia che noi tutti di Media Duemila portiamo avanti da un anno. Il nostro direttore scientifico ha costituito un comitato che promuoverà azioni concrete perché ciò avvenga. Il diritto di accesso passa anche attraverso la possibilità di accesso e senza ledere diritti commerciali. Inoltre la possibilità di accesso a zone Wi-Fi potrebbe risolvere anche il problema del roaming e gli utenti fuori della loro Nazione d’origine possono accedere ai loro dati senza costi onerosi.

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intervista di Erminio Cipriano

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