Il progresso democratico sta eliminando alcune disuguaglianze sociali. Non quelle economiche, non quelle dei poteri al comando, ma almeno alcune di espressione sì. La larghissima diffusione di devices digitali ne è una testimonianza. La facoltà di parola e di giudizio, salvo censure, è estesa a tutti e ognuno è coinvolto singolarmente. Come per i tifosi di calcio ognuno dà consigli all’allenatore della sua squadra (e anche di quella degli avversari), così nella medicina ognuno si sente specialista di rimedi, nella circolazione delle auto ognuno vorrebbe essere ministro dei trasporti, in politica si sente come minimo segretario di partito se non presidente del consiglio. Molti (tanti, troppi) parlano anche di cose che non possono conoscere e sparano opinioni per darsi un tono. E’ un’autocritica che noi giornalisti dovremmo fare più spesso.
085 – CONTROLLO DEL CONTAGIO
Le probabilità di diffusione di un’epidemia sono difficili da studiare. Le autorità sanitarie utilizzano l’indice ‘RT’, che nasce da un calcolo molto articolato dei contagi, dei ricoverati, dei guariti della settimana. Se RT è maggiore di 1, il virus si diffonde; se è minore di 1, si contiene. L’indice ‘RT’ si potrebbe applicare anche ai social network, con calcoli laboriosi, ma non impossibili. Si potrebbe conoscere, settimana per settimana, se un virus, pardon: un influencer, è cresciuto, si è stabilizzato, o è sceso di popolarità. Occorre contare i followers, i ’like’ e i ‘dislike’; vanno contati anche i gradimenti dei singoli concetti, delle esternazioni. Anche i sondaggisti d’opinione politica o dei risultati di una campagna pubblicitaria potrebbero avere spunti di creatività migliori di banali percentuali di incremento/decremento. Da sviluppare con giudizio!
086 – PIANGERE CON FACEBOOK
Si dice che Mister Zuckerberg abbia incassato circa 70 milioni di dollari di pubblicità lo scorso anno. Da qualche settimana alcune grandi aziende sembra abbiano contestato i contenuti di Facebook privi di censura nei testi di incitamento all’odio e abbandonato consistenti campagne pubblicitarie sul mezzo. Non è facile un’analisi completa su miliardi di messaggi, governati per lo più da algoritmi. Né si può considerare Facebook come un editore responsabile dei contenuti. Certo è che la correttezza etica vorrebbe che il padrone della piazza dove si discute prendesse le distanze da facinorosi e odiatori. Zuckerberg pare non sia preoccupato del calo pubblicitario degli investimenti delle grandi aziende perché la stragrande maggioranza dei ricavi arrivano da piccole-medie imprese. Ma ‘piange il cuore’ che in questa congiuntura mondiale di società liquida gli insulti abbiano spazio per propagarsi.
087 – C’ERA UNA VOLTA
C’era una volta la pubblicità di massa. C’era una volta la sponsorizzazione di eventi e di protagonisti. Anche se tuttora le aziende cercano una larga e imponente massa di copertura per la propria propaganda, la tendenza accertata è quella della comunicazione personalizzata, della profilazione dei clienti potenziali, dell’endorsement culturale e sportivo. La ricerca del marketing è sempre più specializzata sulle caratteristiche comportamentali dei clienti, sulla disponibilità delle risorse in un dato momento, sulle motivazioni psicologiche individuali e sociali, sui servizi da abbinare all’acquisto di un prodotto, sul ‘traffico’ di relazioni interpersonali che precede e segue una scelta commerciale. Pensate, ad esempio, alle valutazioni su un’automobile, su un divano, su un supermercato, su una merendina, ma anche su un istituto bancario o un’assicurazione.