Intelligenza artificiale e approccio europeo, parole chiave: eccellenza e fiducia. Il problema è come costruire il nuovo equilibrio, ora che abbiamo capito che il mondo va verso una forma simbiotica che vede l’uomo e la macchina vivere insieme.
Il libro bianco per l’Intelligenza Artificiale sulle linee di indirizzo europee per questo campo che affascina e incute timore, è estato pubblicato in febbraio, ma oggi che le macchine intelligenti animano ogni dibattito pubblico, politico, istituzionale, culturale e social è tempo di passare dalle parole ai fatti.
Il volume di dati prodotti nel mondo sta crescendo rapidamente, da 33 zettabyte nel 2018 a 175 zettabyte previsti nel 2025. Ogni nuova ondata di dati porta l’opportunità per l’Europa di posizionarsi nell’economia agile dei dati e diventare leader mondiale. Nel documento europeo si evince inoltre che il modo in cui i dati vengono archiviati ed elaborati cambierà radicalmente nei prossimi cinque anni. Oggi l’80% dell’elaborazione e dell’analisi dei dati viene fatta nel cloud, nei data center e nelle strutture di elaborazione centralizzata e il 20% in oggetti connessi in modo intelligente, come automobili,
elettrodomestici o robot di produzione. Entro il 2025 queste proporzioni cambieranno notevolmente. L’Europa deve quindi scegliere come guadagnare leader ship nel settore. Ecco perché l ’Ambasciata della Polonia ha aperto le sue porte per il primo incontro pubblico post confinamento proprio per approfondire il tema con gli esperti di digitale della Rappresentanza Italiana della Commissione Europea.
Anna Maria Anders, l’ambasciatrice per Polonia, inaugura la fase degli incontri in presenza dicendo: “La pandemia del Covid-19 ha aumentato la consapevolezza che l’intelligenza artificiale rappresenta uno strumento fondamentale per una risposta globale alle crisi”. Definisce il white paper dell’Ue in materia di Intelligenza artificiale un passo importante: “Spetta a noi decidere – osserva – solo inquanto comunità noi europei possiamo sfruttare a pieno il potenziale dell’Intelligenza artificiale e dello sviluppo tecnologico”.
L’ambasciatrice parla di approccio realistico nello sviluppo dell’IA che deve tener conto di una “realtà sempre in mutamento”. Invita a considerare in primo piano l’esigenza di dover proteggere l’uomo e la sua dignità. Tecnologia umanocentrica, tema caro anche a Roberto Viola direttore della DG Connect a Bruxelles.
Molte le voci autorevoli che si sono alternate in presenza e via video presso la sede dall’Ambasciata della Polonia a Roma. Tutti d’accordo sul fatto che sviluppare programmi comuni è elemento essenziale per non perdere terreno rispetto a Cina e Stati Uniti.
Presewnte via video Wanda Buk, sottosegretaria di Stato per la digitalizzazione in Polonia, Krrzsztof Szubert presidente de Cda di NCBR Investment Fund ASI S.A. e già Segretario di Stato e rappresentante governativo plenipotenziario per il “Digital Single Market”.
Fra gli Italini Antonio Parenti, responsabile per lla rappresentanza della Commissione Europea in itlia, Stefano da Empoli presidente I–Com e Marco Scialdone professore di Diritto per i servizi digitali all’Università Europea di Roma. Il dibattito è stato moderato da Vittorio Calaprice della Rappresentanza Italiana della Commisisone Europea.