I talkshow fanno scienza sociale o spettacolo? Parole e numeri sono la materia prima. Le interpretazioni sono la materia sottile. E’ difficile districarsi tra le motivazioni che danno luogo alle divergenze. Pesano i pregiudizi, le opinioni di parte, la superficialità di comprensione, l’emotività degli interpreti. Purtroppo dai social network si è diffuso il ricorso a slogan del ventre anziché ai ragionamenti di testa, l’insulto all’avversario anziché la dialettica. Tuttavia, quando le argomentazioni hanno un fascino letterario e le schermaglie retoriche danno segni di fantasia culturale, allora parole e numeri, oltre che aiutare l’opinione pubblica, sono anche divertenti e portano ascolti. Inoltre, grazie al distanziamento imposto dalla pandemia, abbiamo anche lasciato a casa il pubblico che applaudiva a comando per parole e numeri vuoti.
106 – I PROBLEMI DI GUTENBERG
Una volta il tipografo doveva provvedere un certo numero di caratteri per ogni lettera dell’alfabeto e tenere aggiornato un magazzino, anzi: tanti cassetti. (Chi se li ricorda?). Con la rivoluzione digitale anche i caratteri mobili son finiti al museo, ma qualche statistica serve ancora per aiutarci a decrittare gli indovinelli linguistici. La frequenza dell’uso delle lettere nella lingua italiana dà il primato alle vocali: E, A, I hanno ciascuna una frequenza superiore all’11%, mentre la O è quotata appena sotto il 10%. Se aggiungiamo la consonante N, possiamo dire che il 51% dei testi è scritto con solo 5 lettere. In inglese il 51% si raggiunge con 4 vocali e 2 consonanti: E fa il 13%; A, O, I fanno ciascuna tra il 7 e l’8%; la consonante T fa poco più del 9%. Con N, S, H, R gli inglesi raggiungono il 70% delle presenze. Sotto l’1% in italiano: F, B, Q, Z. Sotto l’1% in inglese: J, K, Q, V, X, Z.  Se volete un panorama più largo: https://en.wikipedia.org/wiki/Letter_frequency.
107 – IL PALLONE DELLA SUPERBIA
“E da tal forza spinto assai s’inalza // verso del cielo, ed il fermarsi è vano, // finché alla terra alfin torna repente // precipitevolissimevolmente.” Così scrisse nel 1617 un frate, tale Francesco Moneti, che nell’endecasillabo coniò la parola italiana più lunga presente nei vocabolari. In realtà le parole più lunghe si trovano per descrivere certi composti chimici oppure nelle celie letterarie. Un primato spetta ad Aristofane, arguto commediografo greco, che nella commedia ‘Le donne in assemblea’, nel 391 a.C., scrive di un piatto composto da tutti i tipi di leccornie, pesce, carne, pollame e salse varie: λοπαδο­τεμαχο­σελαχο­γαλεο­κρανιο­λειψανο­δριμ­υπο­τριμματο­σιλφιο­καραβο­μελιτο­κατακεχυ­μενο­κιχλ­επι­κοσσυφο­φαττο­περιστερ­αλεκτρυον­οπτο­κεφαλλιο­κιγκλο­πελειο­λαγῳο­σιραιο­βαφη­τραγανο­πτερύγων. (171 lettere). Buon appetito!
108 – ALTERNATIVE DIGITALI
Qual è l’unità di misura dell’informazione? E’ il ‘bit’. Il bit è la cifra che può essere 1 o 0 (ovvero: luce accesa o luce spenta) e che fornisce l’informazione di base. Un bit vuol dire poco, ma la serie di bit costruisce parole, concetti, aggettivi, giudizi. In questa successione ogni gradino fornisce un’alternativa, esponenzialmente crescente. Un bit dà due alternative, due bit ne danno quattro, tre bit ne danno otto, e così via. Il Byte è formato da 8 bit e quindi può avere 256 alternative. Questo testo pesa circa 8 KByte quindi può avere un numero di alternative corrispondente a 2 con esponente 64.000. A che serve la cultura? A costruire nei nostri cervelli algoritmi per indirizzare alternative funzionali ad essere capite ed efficaci per la vita. Se non siete d’accordo, potete scegliere un’altra alternativa.
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it